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Nato a opera del duo Andrea Lavezzolo-Francesco Gamba, Il Piccolo Ranger si ispirava, già nel titolo, a prodotti tipici del mercato di allora, ma l'abilità dello sceneggiatore impedì che la serie diventasse solo una copia di cose già viste, dando invece vita a una lunga saga dai toni ora tragici, ora umoristici, sempre coinvolgenti. Caratteristica di questa collana è la ricchezza di personaggi e la varietà di tipi umani. Tra essi ricordiamo il giovane Kit Teller (il Piccolo Ranger, appunto), il nasuto e divertente Frankie Bellevan, dagli incredibili baffi a torciglione, il negro Ibrahim, il simpatico "Brandy" Gim, sempre un po' alticcio, la rotonda Rosa Morning, la graziosa Claretta, il dispettoso "Denti" Bill e, infine, la straordinaria Annie Quattropistole, una vivace (e armata) zitella, sempre a caccia di mariti. Erano questi personaggi il vero centro della storia, con i loro sentimenti, i loro "tic" e le loro manie. Sempre sostenuto dal preciso disegno di Gamba (e di altri disegnatori, tra cui Franco Bignotti, Lina Buffolente, e il duo Montanari-Grassani), Lavezzolo confezionò per i suoi lettori un vero e proprio romanzo, rendendo "vivi" i personaggi attraverso la descrizione del loro carattere ed evidenziando il loro mutare con il tempo. Questa impostazione, che faceva crescere insieme lettore e personaggi, permise alla serie di essere presente in edicola per ben ventisette anni. Il merito di questa straordinaria resistenza va però attribuito anche a coloro che hanno proseguito l'opera di Andrea Lavezzolo. In particolare, citiamo Decio Canzio che, pur mantenendo intatto lo spirito della serie, ha optato per una narrazione più agile, ritmata e adattata ai tempi ormai mutati, attingendo spunti e nuove soluzioni dall'horror, dalla fantascienza o, comunque, dalla più classica letteratura avventurosa. Alla sua lezione si sono adeguati anche altri sceneggiatori, tra cui Giorgio Pezzin e Marcello Toninelli. Da ricordare l'intervento di Guido Nolitta, autore di alcune storie e anche dell'ultima avventura dei nostri eroi (nonché di qualcuna delle primissime), che li vede diventare, dopo tanti anni, dei privati cittadini proprietari di una fattoria.