systemcrack ha scritto: Ok con le ultime tavole che hai postato mi trovo più daccordo sul fatto dell'evoluzione dei disegni.. anche se penso che McFarlane sia andato oltre (unico che ho nominato) al lavoro fatto da altri di 20 anni prima per pose, inquadrature, tratto.
McFarlane a mio avviso resta effettivamente un innovatore, soprattutto per le improbabili pose ragnesche, che oltre a delineare una netta spaccatura con la scuola "Romitiana" segnano, stilisticamente parlando, in maniera indelebile gli anni '80, tanto da vantare - come la Settimana Enigmistica- numerosi tentativi di imitazione
Tuttavia, sempre a mio avviso, il limite assoluto di McFarlane è la "definizione" dei personaggi non in calzamaglia e non esasperati quindi in pose plastiche: Peter Parker, la stessa Mary Jane e i vari comprimari sono spesso disegnati maniera davvero dozzinale, quasi che fosse per lui un peso dover rappresentare lo spaccato della vita di Parker in cui non indossa i panni del suo alter-ego, e che quindi fosse un compito da assolvere velocemente per dedicarsi alle improbabili "ragnatele-spaghetti" e alle contorsioni ragnesche, che restano una gioia per gli occhi. Col tempo è riuscito a migliorare (ma nemmeno più di tanto, a ben vedere), ma proprio nei primi numeri di Spawn - da System citati - è ben visibile questo suo limite.
Inoltre, non me ne voglia System, mi iscrivo con piena convinzione al partito di Silver: per me Buscema resta il massimo innovatore, l'icona stilistica incontrastata e senza tempo. Passi per quanto mostrato su
Silver Surfer (già immenso), ma il suo capolavoro resta il ciclo legato a
Conan il Barbaro: la maestria del tratto, la potenza visiva nonchè l'evoluzione stilistica sono uniche nel suo genere. Se nelle prime tavole i suoi disegni erano chiari rimandi alle incisioni di Dorè, nelle successive ha praticamente rivoluzionato il disegno fumettistico moderno, quello in cui la muscolatura viene esaltata graficamente come mai prima di allora, ed ha spalancato le porte a Barry-Windsor Smith.
Ecco, se parliamo di innovatori, Windor-Smith ne entra a pieno diritto, e McFarlane deve praticamente tutto all'eclettismo di Windor-Smith: se confronti il primo quadrienno dell'artista inglese su Conan, sei persino portato a credere che si tratti di due artisti differenti. Il capolavoro a mio avviso lo raggiunge con le tavole di Wolverine in
"Lupo Ferito" del 1986, su testi di Claremont: è tale il livello raggiunto su quelle pagine, che ci si rende conto da subito di quanto la ricerca stilistica e l'innovazione del tratto fossero fondamentali per la sua crescita artistica.
Credo che fosse un'autentica scommessa, un salto nel buio affidargli in quegli anni una
Graphic-Novel senza prima stabilirne i limiti artistici che si volevano ricercare, per non trovarsi tra le mani un prodotto così destabilizzante da non sapere che impatto avrebbe avuto sul pubblico.
Un'artista unico, esattamente come Buscema: lode sempre e comunque ad entrambi.
Amen