Lazarus Ledd

Fumo di china...

Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » ven 26 ott 2007, 17:45

Le 100 Stelle di Lazarus Ledd
articolo di Andrea Iovinelli
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Cento numeri e non sentirli. Lazarus Ledd [L.L.] può dirlo, e pure ad alta voce. Anzi, può urlarlo se desidera, e con lui tutti i suoi lettori, perché è un traguardo importante. Un traguardo di una tappa intermedia che i cronisti futuri, guardando indietro, definiranno "storica". Nessuno era arrivato a tanto. E nessuno aveva osato tanto.

Perché L.L. è il primo albo da edicola nel classico formato bonelliano, ma non Bonelli, a raggiungere la meta delle cento uscite mensili (perché se si sommano tutti gli speciali e gli extra, quel numero è già stato superato da parecchio tempo). Perché infrange alcuni rigorosi canoni scritti e non, smuove e rinnova il mercato, scompone i vecchi schemi narrativi e ne ricrea di nuovi, sempre attuali e originali, plasmando un nuovo archetipo di "eroe" al contempo classico e moderno, radicale e misurato.

Lazarus Ledd (Larry per gli amici) è stato, è, e rimarrà una pietra miliare nella storia del fumetto italiano e il perché lo vedremo (per i distratti, lo scopriremo) nelle righe che seguono. I motivi che mi portano a quest'affermazione, che per molti risulterà "azzardata" ed "eccessiva", sono molteplici, articolati e di varia natura, e coinvolgono la serie sia sul piano narrativo che su quello meramente "strutturale".

Ho scritto ed enfatizzato volutamente la locuzione "fumetto italiano" tralasciando l'aggettivo "popolare", non tanto perché quest'ultimo venga generalmente usato e inteso in un'accezione negativa e sminuente, ma perché ci tenevo a sottolineare quanto L.L. fosse un fumetto, e basta. A tutto tondo, in tutto e per tutto degno di essere affiancato a qualsiasi altra creazione a fumetti, trascendendo la futile e fatua suddivisone in categorie. Ma procediamo con ordine e partiamo dagli inizi.

Lazarus Ledd nasce nel luglio del 1993, in un periodo felice per il fumetto nostrano (Dylan Dog è all'apice del successo e il nuovo Nathan Never raccoglie legioni di giovani lettori) ed è frutto del coraggio e della passione dello staff di una (allora) giovane casa editrice, la Star Comics. Qualche sommo saggio dotato di vaticinio, nato col solo scopo di infastidire la tranquillità altrui, lo vede come un clone di Nathan Never; altri, veri e propri rapaci notturni di professione, ne prevedono una vita editoriale breve e tormentata.

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Il primo numero, "Doppia Identità", è folgorante. La storia, che coinvolge la bellissima Arianne e Larry in un susseguirsi di colpi di scena mozzafiato, entrerà nel "mito", grazie anche alla presenza della suddetta ragazza aliena che rimarrà per sempre nel cuore di moltissimi lettori. I disegni di Giancarlo Olivares, il creatore grafico della serie, sebbene cadano in qualche ingenuità e siano ancora un po' grezzi, sono splendidi e si fondono alla perfezione con la dinamicità e le atmosfere della vicenda. Il personaggio di Ade Capone colpisce indubbiamente una buona fetta di lettori e L.L. inizia la sua lunga e perigliosa avventura, narrativa ed editoriale.

Il fumetto transgenere. Nel secondo albo il Nostro si trasferisce a New York dove si troverà a fronteggiare una banda di motociclisti fuorilegge e la minaccia di un siero mutageno in grado di creare dei super-uomini. Nel terzo mese entra in scena per la prima volta la misteriosa organizzazione dell'Ordine di S. Giorgio che lo accompagnerà costantemente nel suo avventuroso peregrinare fino ai giorni nostri, fino al n.100, dove verrà sfidata seriamente e danneggiata nelle sue fondamenta, mettendone in serio pericolo la sopravvivenza futura. Nel quarto albo s'imbatte nell'intelligenza bio-artificiale di Axis e nella spietata e affascinante mercenaria Inanna. Nel successivo episodio inizia la collaborazione col New York Bugle, e i protagonisti saranno dei gatti a cui vengono innestati degli impianti bionici.

Lazarus nelle successive avventure si imbatterà in un maniaco omicida e una realtà "virtuale" non così tanto artificiale; esseri Esp, rivolte razziali e agenzie governative segrete (la Psi-Agency); un omicidio per gelosia nelle ombre fumose di un locale blues; un dittatore di uno staterello sudamericano; il vecchio corpo speciale a cui apparteneva, dei fanatici razzisti e delle armature da combattimento ipertecnologiche. E ancora droghe sintetiche, i diritti degli indiani d'America, ragazzini mutanti, una rock band e un demone della guerra, la mafia giapponese e una spada magica, un serial killer, ecc. ecc.

Questa lunga, molto abbozzata, disamina della galassia leddiana solamente per dimostrare l'incredibilità varietà di temi e di situazioni affrontati da L.L. in questi otto anni e mezzo di vita. E anche di come molti di questi molteplici elementi (personaggi e situazioni) siano arrivati, dai primi numeri in cui apparvero per la prima volta, fino al n.100 freschi e intriganti, con una forte carica narrativa ancora, in parte, tutta da svelare. La forza della serie, ciò che si è rivelato probabilmente l'ingrediente vincente (perlomeno uno dei principali), è questa sua estrema eterogeneità degli argomenti, la diversificazione e la commistione di tutti i generi narrativi: dalla commedia di puro intrattenimento all'azione sfrenata, dall'avventura militare alla hard science fiction, dal fantasy medioevale al poliziesco-investigativo, dal thriller fantastico alle atmosfere venate di horror.

Capone non ha dato dei punti di riferimento precisi, delle coordinate a cui i lettori potessero appoggiarsi comodamente. Come se avesse voluto comunicare: "qui dentro tutto è possibile, non saprete mai cosa v'aspetta", e il lettore non ha potuto fare altro che accettarlo, catturato e affascinato com'era dalla bellezza delle storie che viveva. Dosando le singole componenti con incredibile capacità inventiva ed espressiva, con equilibrio e controllo, intesse una solida trama di fondo via via sempre più complessa e ramificata, profondamente credibile e attuale, perché sempre "aperta" e ricettiva nei riguardi della moltitudine di dati e informazioni che quotidianamente bombardano la nostra quotidianità. Sopra questa imbastisce poi quasi con naturalezza (certo non con facilità) le singole trame che, per quanto fantastiche e bizzarre possano essere, risultano sempre estremamente verosimili all'interno di quell'universo privato ed eterogeneo, e contemporaneo al nostro. Passato e futuro, presente e realtà alternative, si fondono magicamente senza che vi si possa scorgere una qualche traccia di demarcazione che ne intacchi la verosimiglianza.

Nascita e rinascita. In questo bailamme di eventi e situazioni, pur tenendo sempre in forte considerazione l'importanza del passato del personaggio, la sottotrama strisciante che accompagna e conduce costantemente Larry per tutti i cento numeri, si evolve, muta e subisce più volte degli imprevisti e squassanti colpi di scena che ne alterano e stravolgono il regolare corso. Anche in questo aspetto L.L. si distacca dalla tradizione, che vuole un ripetizione e un'accettazione rigida degli schemi, un'intransigenza nell'isolare le predefinite linee guida della narrazione e le caratteristiche del protagonista, che sono appunto una costante intoccabile negli altri fumetti.

Larry si ritrova invece a dover ricominciare daccapo, alcune volte da zero, con la vita appena passata disintegrata in mille pezzi non più riassemblabili; cambia lavoro, residenza, modo di vivere, amicizie e amori, ricostruisce la sua vita raccogliendo i pochi tasselli rimasti intatti e ne acquista di nuovi. E conseguentemente modifica il suo lato caratteriale, mettendo in discussione la propria integrità morale, le "finalità" che lo guidano nella vita, il suo atteggiamento nei confronti del prossimo. Dubbi e certezze si invertono, si sgretolano e riprendono vita tante e tante volte nel corso delle sue vicissitudini, ma Larry non le vive e basta come magari potrebbe accadere ad un altro eroe. Lazarus subisce colpi profondi, ne viene ferito spesso in modo indelebile e ne rimane segnato, ma la sua personalità alla fine ne esce arricchita.

Cambia e matura, Lazarus, come qualunque altro comunissimo essere umano: cresce come potremmo crescere noi trovandoci nelle sue condizioni e vivendo le sue esperienze. E noi, cresciamo con lui e grazie a lui.

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I mille volti di Lazarus. Che faccia ha quindi Larry? Innanzitutto è un volto deciso e fascinoso che non è realmente il suo (come pure il nome), e già questo è un ennesimo elemento di originalità. Questo almeno "materialmente", fisicamente.

Dal punto di vista "spirituale" invece, la faccia di Lazarus, quella che ci mostra con le sue azioni o quella che ci cela, è quella di un nuovo tipo di eroe.

Narrativamente parlando infatti, L.L. si pone all'interno della classica, grande tradizione del fumetto d'avventura, quello tipicamente, squisitamente e unicamente italiano. Ma come accade per altri personaggi recenti come lui (Nathan Never su tutti), tende a rielaborare gli schemi ormai consunti e polverosi dell'eroe tutto d'un pezzo, sveste i panni dell'indomito coraggioso di turno, smussando i lati caratteriali e sentimentali e si avvicina così a un modello più moderno e attuale più umano e fragile, coi suoi difetti e le sue debolezze che avvicinano il lettore facilitandone la spontanea immedesimazione nelle vesti del protagonista.

Lazarus Ledd è un soldato, addestrato per uccidere, ma non è certo un pazzo omicida. Anzi, sono il suo spiccato senso del dovere e dell'onore, la sua moralità intaccabile a creargli tutti i suoi problemi. È "vittima" proprio di questa sua innata e ineluttabile incapacità di tirarsi indietro e avverte il dovere d'intervenire e di aiutare gli altri, perché egli è intimamente cosciente del fatto che, al di là di tutti i pericoli che rischierebbe personalmente, è semplicemente la cosa giusta da fare.

Duro quando serve, spietato coi criminali senza scrupoli, ma debole e fragile, a volte addirittura corruttibile, quando chi gli si pone davanti è più fragile e indifeso di lui; o come quando, di fronte a chi ama dal profondo, sono il suo cuore e i suoi sentimenti a comandare le sue azioni e i suoi pensieri.

Particolare nelle singole parti. Lazarus Ledd poi è diverso in tante altre componenti, forse considerate più piccole a un primo esame superficiale, di sicuro meno importanti ed evidenti, ma comunque significative nel conferirgli l'impronta definitiva.

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Per esempio è molto differente nei confronti degli altri fumetti per il suo particolare approccio nei confronti delle donne. Larry è fondamentalmente un uomo solo, tristemente solo, a causa della sua natura di uomo d'azione e in parte per la sua indole "libertina", ma anche e soprattutto perché intimamente segnato dalla perdita di un amore estremamente importante, quello di Joelle, che forse l'avrebbe accompagnato per sempre. Il personaggio non accetta e soffre questa sua condizione che non riesce a piegare a quello che sarebbe il suo ideale (una tranquilla vita di coppia), e tenta ripetutamente di liberarsi di questa costrizione, riuscendo però solo a replicare drammaticamente i medesimi avvenimenti che lo accompagnano da sempre in una perversa spirale del destino. Quando sembra che abbia trovato la compagna ideale, quando sembra aver stabilito con lei un giusto equilibrio e una certa armonia, il "sogno" s'infrange, perché nessuno riuscirebbe mai a coesistere serenamente con la sua doppia vita, con l'uomo d'azione e col "semplice" giornalista contemporaneamente. E Lazarus inevitabilmente rimane solo.

L.L. si distingue anche per come viene trattato un tema delicato e spinoso qual è la morte. La morte l'accompagna costantemente, lo segue in tutte le missioni, si potrebbe quasi dire che gli sia affianco come una fredda e inscindibile compagna. Spesso gli è amica, sempre crudele e orrenda anche quando colpisce i suoi nemici; ma altre volte, purtroppo piuttosto frequentemente, gli è anche nemica, spietata e ingiusta nel colpire a tradimento gli innocenti del caso e, ancora più malvagiamente, gli affetti personali più cari del nostro eroe. In L.L. così assistiamo alla perdita di personaggi "secondari" importanti, con una loro caratterizzazione molto pronunciata e precisa, molto volte affascinanti e che magari ricevono un considerevole apprezzamento da parte dei lettori che, basiti, se li vedono scomparire da una pagina all'altra senza che ne abbiano avuto neppure il minimo sentore. In questo aspetto è davvero unico, perché non ci si pone il problema dell'importanza del personaggio: se la sua morte è "utile" e coerente per il funzionamento della storia, il personaggio muore. Rendendola, esattamente come nella realtà, un altro elemento imprescindibile dell'universo leddiano, per questo ancora più credibile. Difficile da accettare, dolorosa, ma pur sempre parte della vita di un essere umano.

Mi piacerebbe poi sottolineare l'estrema attualità di Lazarus Ledd, la sua sensibile e spiccata abilità intuitiva, anticipatrice di quelli che sono i progressi tecnologici e scientifici della nostra frenetica quotidianità. Un'attitudine non da poco, perché rimanere al passo coi tempi, riuscendo a immaginare innovazioni ed evoluzioni della nostra società e del nostro modo di vivere, diventa sempre più difficile. Il L.L. abbiamo navigato in Internet prima che si sapesse cosa fosse, abbiamo affrontato le problematiche della meccanica quantistica (che sono tra l'altro il perno di tutto l'universo leddiano), abbiamo vissuto le sperimentazioni più azzardate della biologia e della genetica, della cibernetica e dell'informatica, e siamo ormai pronti a ogni nuova sorpresa che questo fumetto, siamo sicuri, saprà regalarci in futuro.
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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » ven 26 ott 2007, 17:46

Ho i primi 65 numeri della serie, e devo dire che AdeCapone ha fatto un lavoro eccellente, e molti disegnatori hanno fatto ottima palestra con questa testata.
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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » ven 26 ott 2007, 17:49

Intervista a Ade Capone
a cura di Andrea Iovinelli


Domanda scontata: qual è il bilancio di questi primi 100 numeri di L.L.?

Risposta altrettanto scontata: il bilancio è più che positivo, sia in termini di vendite che di apprezzamento da parte del pubblico. E per vari altri motivi: i tanti giovani autori (molti esordienti assoluti) che abbiamo lanciato e che si sono affermati grazie a L.L., l'eco che Lazarus ha avuto anche fuori dall'ambito fumettistico, la fedeltà e l'affetto del nostro pubblico. E il piacere che tutti noi dello staff abbiamo provato e proviamo nel portare avanti questa avventura. Siamo uno staff molto affiatato, con amicizia e stime reciproche, e ciascuno di noi cerca sempre di imparare qualcosa dall'altro. Poi, come sai, ogni tanto Bartolini se ne approfitta cambiandomi qualche scena senza dirmi nulla. Mi modifica persino i dialoghi, o almeno ci prova! Fabio se non ci fosse bisognerebbe inventarlo! :)

Dopo quella scontata, la più banale: più che altro in termini di apprezzamento (penso sia ancora presto per il risultato delle rese in edicola), com'è andato il n.100?


Sì, per le rese dalle edicole è presto, ma le proiezioni parrebbero molto buone. Inoltre, in fumetteria l'albo è andato fortissimo, ha venduto decisamente più del solito. Il giudizio del pubblico? Be', direi che le (tantissime) mail/lettere che ho ricevuto mi hanno messo di buon umore. Sì, qualcuno mi ha scritto o detto anche che per godersi appieno il n.100 bisogna conoscere la continuity di L.L., ma questo fa parte del gioco tra me e il pubblico che mi segue costantemente e che metto sempre in testa alla mia lista di priorità. Non mi andava insomma di fare un n.100 slegato dai principali filoni narrativi solo per cercare di catturare qualche lettore in più. Io ho un assoluto rispetto per i nuovi lettori, ma non sono disposto a scendere a compromessi. Anche perché esiste un servizio arretrati che funziona ottimamente.

È stata una storia di difficile ideazione? L'hai costruita portando i personaggi e la storia piano piano fino a quel punto, oppure è nata la storia del n.100 e andando indietro hai imbastito la complessa trama che l'ha preceduto?

Sarò sincero: conoscevo il punto di arrivo (le tavole finali del 100) e alcune delle linee guida della trilogia, ma niente di tutto il resto. Anche i prologhi comparsi nei n. 95, 96 e 97 li avevo messi giù un po' alla cieca. In altre parole: ho iniziato a scrivere il 98 di getto e mi sono lasciato portare dalla vicenda e dai personaggi. Su L.L. non riesco più a scrivere "a soggetto". Da tempo. E mi ha fatto molto piacere leggere, in On writing, il recente libro di Stephen King sulla scrittura, che anche questo grande autore (da sempre uno dei miei modelli e punti di riferimento) ama farsi portare dalla storia e dai personaggi, senza una rigida trama predefinita. Insomma, non sono l'unico "pazzo" a scrivere in questo modo.


Grandi capovolgimenti e colpi di scena, come in ogni minisaga di Larry. A un certo punto, in una sequenza memorabile e mozzafiato (complimenti), fai credere a tutti che Raven uccida tutti i personaggi comprimari. Intorno a Lazarus, che appare perseguitato dal ripetersi ciclico di un destino in cui soccombono i suoi più cari affetti, rimane solo morte e distruzione. Poi, scopriamo che è tutto finto e alla fine a morire è solo Garrett. Mi viene spontaneo chiederti: cos'è stata più forte?, la voglia di non separarsi per sempre da personaggi ormai ben ingranati e oliati nel meccanismo, o la paura che per i lettori divenisse automatica (e fosse quindi criticabile) l'associazione d'idee cambiamento = morte? Quest'ultimo aspetto, ha condizionato le tue scelte nell'ideazione della storia o non ci hai proprio pensato?

Come ho detto anche in una recentissima intervista a Fumo di China, non mi è mai piaciuto usare la morte come espediente, come falso colpo di scena. Nell'universo leddiano chi è morto resta morto. Esempi: Joelle, Frey, Smiley, Thess, eccetera. Questo in un ampio orizzonte temporale, di continuity. Se invece morte e "ritorno in vita" avvengono nello stesso albo, allora la cosa può avere un senso. E qui nel n.100 a mio parere l'aveva. Non ho mai pensato di eliminare definitivamente quei personaggi. Così come non mi lascio mai condizionare dalla paura di eventuali reazioni negative da parte del pubblico. Mi piace andare avanti per la mia strada, credere in ciò che scrivo, rischiare in prima persona.

So (da fonti sicure che entrambi ben conosciamo... ;D) che ci sono stati "intoppi" nella sua realizzazione. Da che cosa sono state provocati? Hai cambiato idea sulla sceneggiatura, oppure è stata la lunghezza anomala a creare problemi? Dicci un po'

Il termine "intoppi" è inesatto. Ogni storia ha delle messe a punto o cambiamenti in corsa durante la realizzazione. Potrei raccontartene a decine. A volte ci si accorge che una scena non funziona solo dopo averla scritta tutta e magari disegnata pure. Che si fa? La si cambia.

Guardando indietro, dal n.1 di Lazarus Ledd di strada se n'è fatta un bel po'. C'è qualcosa che faresti in modo diverso? O qualcosa, su tutto quanto, che assolutamente non cambieresti?

Quando una cosa è stampata, è stampata. La fase tipografica dice una parola definitiva, e indietro non si torna. Dunque porsi domande in merito lascia il tempo che trova. Io guardo sempre avanti, perché è l'unico modo per andare avanti con un impegno come quello che L.L. rappresenta per me e per il mio staff. In altre parole... passiamo alla prossima domanda.

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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » ven 26 ott 2007, 17:51

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In molti, tra i lettori, rimpiangono il primo periodo di storie di Larry, quelle più "urbane", un po' più poliziesche e meno "fantastiche"; gradualmente infatti, hai iniziato a spostare il Nostro per tutti gli angoli del globo. È stata una tua pura necessità pratica (perché immagino che dopo un po' sia fisiologico "aprirsi" per non risultare ripetitivo), è stato un tuo preciso disegno, o ancora una tua esigenza narrativa, nel senso che desideravi raccontare altro?

Semplicemente, sono andato dove mi portavano istinto e voglia di andare, di scrivere. Ora mi stanno di nuovo portando verso storie più "urbane" e "reali". Lo vedrai nei prossimi episodi. Mi sto "divertendo" molto a scrivere tali storie, mi vengono le idee più disparate, perfino troppe. Ciò significa, appunto, che è da questa parte che ho voglia di andare, in questo momento. E dunque ci vado. Una precisazione: la storia (doppia) degli albi n.102 e 103 avrà comunque una buona dose di elementi "fantastici" (e scientifici), all'interno. E questo perché il n.100 ha lasciato alcune domande ancora inevase. Risponderò in questi due albi.

Secondo quello che ti scrivono o dicono i lettori, qual è il personaggio:
più amato;
più odiato;
che suscita più opinioni contrastanti;
che è stato più apprezzato di quanto t'aspettassi.

Più amato: Vivian/Gatta Ladra.
Più odiato: Meg (ma ha anche tanti e tante fan).
Opinioni contrastanti: Meg, appunto.
Più apprezzato del previsto: Akira Fudo

E adesso a te. Ce n'è uno che ami o odi in particolare? Uno che ti pesa inserire nelle sceneggiature? O uno che è particolarmente difficile da sceneggiare?

Anch'io amo molto Vivian. Dopotutto, di mestiere fa fumetti ed è sempre circondata dai gatti. Io però soffro da morire di vertigini. Non potrei mai essere un gatto (di piombo) ladro. Per il resto, non ci sono personaggi che mi stanno sulle scatole. "Scrivo" solo quelli che mi piacciono, buoni o cattivi che siano.


Domanda semiseria: è capitato mai che qualcuno tra i personaggi principali sia nato come comparsa, e che poi invece sia maturato e si sia conquistato, indipendentemente dalla tua idea iniziale, il suo ruolo da co-protagonista? Che ti sia in qualche modo, come dire... sfuggito di mano?

Howard, direi. L'avevo introdotto nel n.26 perché mi serviva un informatico, e poi ne ho scoperte le potenzialità. Si è beccato persino una Nomination al Premio INCA! Proprio come "non protagonista" di spicco.

Quando scrivi avverti mai la sensazione che, in un certo senso, sia il personaggio a "dettarti" i suoi dialoghi e le sue azioni? C'è qualcosa che avresti voluto far fare a qualche personaggio e che ormai invece il corso degli eventi ti costringe a non poter più realizzare?

Risposta alla prima domanda: SEMPRE! Risposta alla seconda domanda: no (al 90%). E questo grazie anche a un po' di fortuna, che è necessaria anche mentre si scrive. Il 10% restante riguarda Thess, la bella detective privata: vorrei che non fosse morta nel n.69. Mi piacerebbe poterla utilizzare di nuovo, magari in uno special come sola protagonista. Ma quel che è fatto è fatto, appunto, e non ho "rimorsi". In quel momento, per tornare a quanto ho già detto, mi è venuto istintivo scrivere la scena in cui veniva uccisa. E l'ho scritta.

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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » ven 26 ott 2007, 17:52

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Larry è cresciuto, è cambiato e maturato, forse come nessun altro personaggio del fumetto italiano. E, col passare degli anni, noi siamo cresciuti insieme a lui. Nello sviluppare le tue storie, hai mai pensato di considerare che i quattordicenni che hanno iniziato a leggere L. dal n.1 ora sono quasi ventenni, e quelli ventenni ora sono quasi trentenni? Oppure il "target" non è cambiato e c'è stato un ricambio generazionale?

Un ricambio (parziale) c'è sempre, è fisiologico. Comunque sia, non ne tengo conto, quando scrivo. Se inizi a farti condizionare da queste cose, è la fine. Fosse un prodotto nuovo sarebbe diverso. Ma Lazarus è Lazarus e tale resterà. Anche per rispetto dello zoccolo duro del nostro pubblico. Lo ripeto: chi ci segue fin dagli inizi ha sempre la precedenza, per me. I tempi cambiano, è vero, e io sono tra coloro che da anni auspicano (cercano) un rinnovamento nel fumetto italiano. Ma anche il pubblico deve imparare a leggere più cose, diverse tra loro. E i ragazzini di oggi devono imparare che non esistono solo i manga collegati ai cartoon giapponesi.

Cosa ci riserva per il futuro? L.L. prima o poi finirà? O magari, tra dieci anni, pur di non farlo morire editorialmente, potrebbe cambiare formato e/o periodicità?

L'ho sempre detto: non l'ho mai vista come una serie destinata a durare in eterno. Non come serie regolare mensile, almeno. Ma non è il caso di parlarne adesso. Adesso andiamo avanti così: stiamo vivendo davvero un bel momento, speriamo duri a lungo. Quanto al formato, mi piacerebbe fare, prima o poi, un cartonato di L.L., con protagonista Alphonse, il cavaliere di San Giorgio. Medioevale, dunque. Poi lo ristamperei in formato popolare, per dare la possibilità di leggerlo anche a chi ha meno soldi da spendere.

Passiamo ad altro, ai tuoi molteplici impegni al di là di Larry. E partiamo con una questione "spinosa": Ordo Templi. A che punto siamo, quando ce lo farete leggere? Siete coscienti di avere buone probabilità di uscirne linciati dai trepidanti lettori, se non verrà pubblicato al più presto?

Lo sbaglio è stato quello di essere troppo ottimisti, di annunciarne l'uscita troppo presto. Il tipo di lavoro su Ordo è diverso da quello su L.L., benché l'impegno sia lo stesso. Ma solo l'impegno. Ho visto Bocci a Lucca e abbiamo fatto un preciso piano d'azione, che non voglio svelare, per scaramanzia. Comunque per l'uscita se ne parla l'anno prossimo. Ovviamente sono molto, molto grato per la pazienza che il pubblico sta avendo. Le prenotazioni sono altissime, e nessuno sembra intenzionato a disdirle. Sì, un grazie gigante ai nostri lettori! Credetemi, sono il primo a cui pesa questa situazione.

Visto che ci siamo, parliamo del mercato delle fumetterie. Ci sono alcune case editrici di medie/piccole dimensioni (penso per esempio alla Montego, alle Kappa Edizioni) che nel mercato delle fumetterie riescono a sopravvivere, producendo tra l'altro ottimi fumetti di qualità. Sul fronte Liberty? La tua piccola e audace casa di produzione sta tirando il fiato per un rilancio alla grande, o l'hai momentaneamente accantonata per dedicarti ad altro?

Ho tirato il fiato per concentrarmi su Lazarus. Ma Liberty "è viva e lotta insieme a noi". Ora faccio uscire l'ultimo albo della seconda miniserie di Erinni, poi per il prossimo anno ho nuovi piani editoriali. Orientandomi soprattutto verso i volumi (brossurati o cartonati) più che verso gli albetti spillati da 24 pagine, formato che sembra piacere a sempre meno gente. Lo dico cifre dei distributori alla mano: con gli albetti va bene se si superano le 1.000 copie, ma la media del venduto è tra le 500 e le 800 copie. Considero dunque un successo le 1.300 copie che vende Erinni (più le ristampe). Ma starci dentro è molto dura. Chi racconta il contrario o mente o ha soldi da buttare. E quando ne vedi gli stand semideserti alle fiere, capisci la verità. Prova a guardarti intorno, alla prima occasione fieristica che ti capita.

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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » ven 26 ott 2007, 17:54

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Grazie a un contratto che hai stipulato solo da pochi giorni con la Trecision s.p.a., Lazarus Ledd diverrà un videogioco. Raccontaci un po' di cosette su questa nuova avventura. Cosa ne nascerà, come verrai coinvolto insieme ai disegnatori? Pensi che, in un futuro che potrebbe non essere troppo lontano, fumetti e videogiochi finiranno per "fondersi" e lo sceneggiatore di fumetti finirà per realizzare "sceneggiature" di videogiochi?

Fumetti e videogiochi sono gia' vasi comunicanti... ma solo in America e in Giappone. In Europa non direi proprio, salvo casi sporadici tipo Druuna e, ora, anche L.L. Ma è chiaro che anche qui in Europa gli esempi diverranno sempre di più. I produttori di videogiochi (e i loro interlocutori, tipo le compagnie telefoniche per i giochi wireless) hanno bisogno di contenuti, e nei fumetti quei contenuti ci sono. A Trecision è piaciuto L.L. perché al passo coi tempi, dinamico, cinematografico. Insomma, per lo stesso motivo per cui piace a un vasto pubblico. E a Lazarus (e a me) è piaciuta Trecision per la qualità e importanza dell'azienda (leader in Italia), che annovera al suo interno alcuni dei migliori programmatori europei e americani. E' un piacere, lavorare con Trecision.

Parliamo anche un pochino di Bonelli. Sappiamo che sei in ottimi rapporti con Sergio Bonelli, e allora mi viene da chiedere: ti manca qualcosa del periodo alla SBE? C'è qualche suggerimento o critica che vorresti fargli? C'è qualche aspetto che, potendo, "importeresti" alla Star Comics?

Perdonami ma, se avessi suggerimenti o critiche da fare a Bonelli, li farei di persona, non pubblicamente. E lo stesso vale per la Star. In entrambe le case editrici la dialettica è notevole, ci si dice tutto senza problemi, e per quanto accesa sia la discussione tutto resta confinato nell’ambito del lavoro. Poi si esce a pranzo o a cena e si scherza, si parla d’altro. Giusto così. Mi chiedi se mi manca qualcosa del mio periodo bonelliano... buona domanda. Certo che mi manca, mi stupirei del contrario. E’ stata la mia scuola, la mia prima vasta ribalta, la prima casa editrice in cui andavo in redazione come “uno di loro”, tra amici che sono anche grandi professionisti. E che ancora oggi mi fanno sentire uno di loro. E’ molto bello.

C’è qualche testata bonelliana, fra le più recenti, che ti hai favorevolmente impressionato? Vista la penuria di sceneggiatori, qualcuno ti ha mai chiesto di tornare e di scrivere qualche storia? Ti piacerebbe farlo, e per quale serie?

Tra le ultime uscite, quella che preferisco è Dampyr. Boselli e Colombo stanno davvero facendo un ottimo lavoro. Leggo (e colleziono) anche Zagor, Mister No, Mystère, Dylan, Nathan. Il resto saltuariamente, a seconda degli autori o del tipo di storia. Con Burattini si era parlato di scrivere lo Special del quarantennale di Zagor a quattro mani, visto che a Moreno lo spunto che avevo pensato per la storia era piaciuto molto. Boselli, il supervisore, era d’accordo, e ringrazio entrambi per avermi citato nell’introduzione dell’albo. Purtroppo in quel periodo non ho avuto tempo per portare avanti la cosa. Zagor è sempre in testa alla mia lista di preferenze come sceneggiatore. Ma mi piacerebbe anche cimentarmi con Dampyr (ne amo molto il mix tra atmosfera da vecchia Europa e attualità più incalzante) e con Mister No. Quest’ultimo anche per riparare al “disastro” che feci con la mia prima sceneggiatura per l’albo, la prima in assoluto per Bonelli. Bontà sua l’avermi pazientemente aiutato a capire certi
meccanismi e un certo linguaggio.
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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » ven 26 ott 2007, 17:54

Lazarus Ledd chiude #
messaggio da R.Giammatteo - 25/05/2006 09:55
"La Fine della corsa" era il titolo di un albetto di 20 pagine che rappresentò una novità assoluta nel panorama a fumetti italiano. Correva il mese di ottobre dell'anno 1992 e l'albetto segnò la nascita di quello che si dimostrò nel tempo il più longevo dei bonellidi: Lazarus Ledd. Quel Numero ZERO rappresentò, inoltre, l'antesignano di tanti altri Zero che da lì a poco invasero le librerie e le fiere negli anni successivi. Oggi, a distanza di 14 anni, durante la recente kermesse di Torino Comics, l'ideatore della serie Ade Capone ne ha annunciato la prossima chiusura. Ed è lo stesso Ade che spiegherà ai suoi lettori i motivi della decisione sulla posta del numero 148 in edicola a fine mese. Di seguito, ne riportiamo alcuni passi:
...il conto alla rovescia verso LL n.150 è anche il conto alla rovescia verso la chiusura della serie. L’ultimo episodio sarà il n.151, che uscirà in novembre insieme all’Extra n.22. No, non sto scherzando. E’ proprio così. Con la conclusione dell’anno editoriale si concluderà anche la lunga galoppata iniziata esattamente quattordici anni prima, Lucca ‘92, LL n.0. Abbiamo sempre detto che LL avrebbe avuto un termine, come serie regolare...
...anche perché, inutile negarlo, la bimestralità - da me voluta - non ha funzionato. I conti sono peggiorati, e per invertire il trend negativo saremmo dovuti tornare alla mensilità. Perché il personaggio comunque continua a piacere, e i nuovi Extra (il n.21 uscirà in luglio) lo dimostrano. Ma, come dissi a suo tempo, la scelta della bimestralità era definitiva, e dunque lo è ora quella della chiusura. Proprio perché scrivere è la mia vita, non posso nè voglio dedicarmi anima e corpo in eterno allo stesso personaggio...
...E’ giusto, soprattutto, nei confronti di voi lettori. In questi quattordici anni ho cercato di dare a LL e dunque a voi lettori quanto più ho potuto. Per questo provo la stessa sensazione di quando uscì il n.1: quella di avere la coscienza a posto. Sì, sono davvero molto sereno e soddisfatto. E a scanso di equivoci: non ho proposto la gestione dell’albo ad altri autori nè intendo farlo. Sarebbe inevitabilmente un Lazarus diverso da quello che è stato in questi anni. E questo, in tutta sincerità, non mi sta bene...
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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » ven 26 ott 2007, 17:55

Ma l'avventura ovviamente continua in altre forme.
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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda pila » ven 26 ott 2007, 20:17

Questo personaggio è sconosciuto nei miei archivi 8-)
L'unico modo di liberarsi di una tentazione è cedervi Oscar Wilde

Prima confondile, poi convincile.
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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » sab 27 ott 2007, 10:56

Eppure da noi era abbastanza conosciuto; vabbeh l'autore è un emiliano, di Piacenza per la precisione.
Ma se controlli, Capone sceneggiò diversi anni per la Bonelli: Zagor, Mister No e pure altri.
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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » gio 1 nov 2007, 15:38

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Re: Lazarus Ledd

Messaggioda Silver Surfer » gio 1 nov 2007, 15:40

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