Napoleone Di Carlo nasce ad Addis
Abeba, in Etiopia, da padre italiano e
madre francese. I genitori gli impartiscono un’educazione occidentale (facendolo studiare alla scuola italiana), ma il giovane Napoleone, contemporaneamente, assimila anche la cultura più arcaica, intrisa di animismo e spiritualità primitiva, del paese africano in cui cresce e dalla quale è fortemente attratto. Seguendo una sua naturale inclinazione, diventa poliziotto, impiegandosi come funzionario della sicurezza presso l’ambasciata italiana di
Addis Abeba. Ben presto, però, il suo entusiasmo nei confronti della professione si scontra con una cocente delusione. Napoleone — questo è il motivo della sua disillusione — si sentirà sempre responsabile della mancata cattura del Cardinale, un diabolico criminale che, in quegli anni africani, egli ha modo di incontrare e che diventerà il suo nemico giurato, riuscendo
sempre a sfuggirgli. Il Cardinale, sotto le mentite spoglie di un imprenditore accreditato presso l’ambasciata italiana, pratica una vera e propria tratta degli schiavi, non esitando a sbarazzarsi di un intero carico umano (ragazzini sottratti dai villaggi indigeni), quando, ormai troppo tardi, Napoleone ha modo di smascherare i suoi traffici. Così, Napoleone abbandona la polizia e, in seguito alla prematura scomparsa dei genitori (uccisi
durante una sollevazione tribale), lascia l’Africa, del cui fascino, comunque, non riuscirà mai a liberarsi.