Editoriale Corno

Fumo di china...

Editoriale Corno

Messaggioda Silver Surfer » gio 22 nov 2007, 20:58

da http://www.comicus.it

Editoriale Corno: un’introduzione

Se siete veri appassionati di fumetti e magari non più giovanissimi, le parole “Editoriale Corno” non possono lasciarvi indifferenti.
Prima delle Edizioni Panini, prima della Marvel Italia, e ancor prima della Star Comics, negli anni ‘70 e primi anni ‘80 fumetti americani in Italia era sinonimo di Marvel, e Marvel era sinonimo di Editoriale Corno.
Questa casa editrice ha quindi forgiato un pezzo di storia del fumetto italiano. Ed in ogni senso, dato che non si è limitata a pubblicare solamente fumetti americani ma ha anche prodotto fumetti italiani ancora oggi considerati di culto.

La Marvel sbarca in Italia

Benché qualche purista possa obiettare che La Marvel è stata pubblicata per la prima volta su Linus e solo dopo dall’Editoriale Corno, il nostro obiettivo non è portare avanti una disamina filologica su chi sia stato il primo ad arrivare, ma piuttosto ricordare chi è stato il più intraprendente e determinato nell’impresa.
Quello che Andrea Corno, e più in generale la casa editrice di Milano, fece nei primi anni ’70 infatti fu quello che altri non ebbero il coraggio di fare, ossia puntare con forza su questi personaggi così simili ma al tempo stesso così diversi da Superman e Batman.

Fu così che nelle edicole italiane iniziarono ad apparire per primo Lo Stupefacente Uomo Ragno (30 aprile 1970), quindi L’Incredibile Devil, I Fantastici Quattro, Il Mitico Thor, Capitan America etc etc…
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Gli albetti presentavano con cadenza quattordicinale o mensile non solo le avventure del “titolare” ma anche di comprimari, così insieme all’Uomo Ragno comparvero le prime avventure del Dottor Strange, insieme a Devil appariva Silver Surfer, e così via.

Pian piano, tutto l’Universo Marvel approdò nelle edicole. Le storie al confronto di quelle odierne erano semplici e lineari eppure “i super eroi con super problemi” fecero presa sul pubblico italiano. Anche perché si trattava di capolavori! Gli autori erano Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko, Gene Colan, … solo per iniziare.

Le copertine non erano in cartoncino ma di carta, e le note esplicative a fondo albo non esistevano. Però c’era l’angolo della posta dove i bambini chiedevano informazioni su quale eroe fosse più forte e i bambini cresciuti chiedevano se potessero rivedere questo o quel personaggio. Le risposte erano spesso ironiche nel primo caso e spesso fumose nel secondo, però erano un importante collante tra il lettore ed il fumetto.
Periodicamente poi c’erano i “Messaggi alla Nazione” dove venivano spiegati i programmi della casa editrice firmati dall’onnipresente Luciano Secchi.
Il direttore infatti interveniva anche nelle preziosissime “mini-note” che all’interno della storia rimandavano a fatti antecedenti della serie o ad altre serie, e che facevano nascere in anche Italia la passione, ed in qualche caso la malattia, per la famigerata continuity marvelliana.

Altre serie Marvel pubblicate e degne di nota sono state Hulk e i Difensori, Gli Eterni, Shang Chi senza dimenticare il fantasy Conan e Ka Zar.

Inoltre furono pubblicati anche fumetti horror (ad esempio Dracula ed il Corriere della Paura) oppure tratti da film (Odissea nello spazio, La fuga di Logan,…), senza dimenticare incursioni nel mondo DC Comics (vedi la serie di culto Kamandi di Jack Kirby).
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Re: Editoriale Corno

Messaggioda Silver Surfer » gio 22 nov 2007, 20:59

Non solo comics
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L’Editoriale Corno però non è stata fondamentale solamente per quanto riguarda i fumetti americani. Essa esordisce infatti nel 1962 (dopo un cambio di nome da Editrice Serpente Volante) pubblicando un fumetto western tutto italiano: Maschera Nera, scritto dallo stesso Luciano Secchi e disegnato da Paolo Piffarerio. Andrea Corno veniva da tutto un altro settore, lavorando in banca, ma decise di buttarsi nel campo del fumetto, insieme appunto a Luciano Secchi. Quest’ultimo, con lo pseudonimo Max Bunker, ha successivamente dato vita a personaggi e quindi icone storiche come Alan Ford ed il Gruppo TNT, Kriminal, Satanik e molti altri. Insieme ad un Magnus ai disegni, giovane ma già portatore di un personalissimo stile, creò un altro modo di fare fumetti in Italia che si differenziava sia da prodotti classici come Tex sia da prodotti solo apparentemente (e solo in qualche caso) affini, come Diabolik. Il formato era simile agli altri fumetti in bianco e nero, certo, ma i lettori dell’epoca colsero la differenza e premiarono anche queste iniziative.
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Inoltre furono edite riviste antologiche, quella di maggior successo fu indubbiamente Eureka!. Vi dicono niente le Sturmtruppen ed il Nick Carter di Bonvi? Oppure Silver e Lupo Alberto? Per non parlare dello Spirit di Will Eisner. Questa è la definizione che dava di Eureka! lo stesso Andrea Corno durante un’intervista a Delos 46:

“Si trattava di una testata interessante, che ci permetteva di far fare palestra a molte strisce a fumetti, di trovare nuovi personaggi emergenti. Eureka! ha avuto momenti buoni ed era un po' il nostro fiore all'occhiello. Lì, ad esempio, nasce Bonvi, che oltre a essere un ottimo illustratore era anche un ottimo agente di se stesso. Si partiva con un po' di strisce e se il risultato era buono si passava alla monografia. Ricordo che si tiravano 120.000 copie e ne tornavano indietro dalle edicole solo 20.000, che noi riutilizzavamo a prezzo pieno in libreria, vendendole tutte”.

Altre serie “italiane” da non dimenticare sono Gesebel e Dennis Cobb, mentre grande successo si ebbe anche con la pubblicazione delle strisce di Andy Capp scritte e disegnate dal britannico Reg Smythe.

Così da metà anni ’70 la TV con Gulp! e poi Supergulp! mandava in onda i cartoni con i personaggi dell’Editoriale Corno, ed alcuni personaggi quali Kriminal e Satanik ebbero addirittura la versione in celluloide.

Il tramonto

Peccato che what goes up must come down, e quindi, mentre i lettori crescevano, le storie originali americane non sempre si evolvevano al meglio ma anzi regredivano decisamente a livello qualitativo.
Fu così che, così come si aprirono, le testate Marvel con sempre meno seguito chiusero, l’una dopo l’altra, trascinando con loro anche il resto delle produzioni.
L’Editrice Corno ci riprovò, prima con il Settimanale dell’Uomo Ragno, quindi fallito il progetto, con un’ulteriore testata del Ragnetto ma senza fortuna.
Fino alla fine, però, la Marvel non sparì dalle edicole e continuarono ad apparire raccolte come “Eroi 2000” e “Super- Eroi” che incollavano (letteralmente!) vari albi invenduti (ed ovviamente già editi), ma per molti di coloro che raggiunsero l’età della ragione fumettistica in quegli anni fu questo il primo approccio all’Editoriale Corno ed alla Marvel stessa.
Poi anche le raccolte finirono. La casa editrice fallì, forse anche a causa di investimenti sbagliati in altri settori diversi dal fumetto, ma non è questo né il momento né l’occasione per avventurarci oltre nell’argomento.
Capolinea quindi, con Max Bunker che nel frattempo portò via i propri personaggi fondando una propria casa editrice (tuttora viva e vegeta) mentre per leggere la Marvel seriamente toccò aspettare Marco Marcello Lupoi, prima con il lampo Labor Comics e quindi, in pianta stabile, con la Star Comics.
Per noi lettori però, o quantomeno per i “vecchietti”, l’Editoriale Corno resterà sempre unica perché … il primo amore non si scorda mai.
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Re: Editoriale Corno

Messaggioda Silver Surfer » gio 22 nov 2007, 21:02

Editoriale Corno: Ricordi d'Autore
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Il seguente articolo raccoglie ricordi e commenti di addetti ai lavori, autori e familiari, che abbiamo raccolto sull'editore durante la realizzazione dello speciale. Ringraziamo ancora tutti loro per la disponibilità ed il tempo concessoci.

Marco Schiavone (editore):

C'è stato un tempo, oggi impossibile da ricordare, in cui non solo non m'interessava chi avesse tradotto, letterato, impaginato il fumetto che avevo tra le mani, ma neanche mi tangeva chi fosse l'editore originale, chi l'editor della serie, e men che meno chi scrivesse le storie o le disegnasse persino. La grammatura della carta, la qualità della stampa e della confezione, e le logiche distributive mi erano peggio che ignote.

Quell'arcadico, innocente e irritrovabile Eden fumettistico da cui siamo caduti, in tanti, si chiamava Editoriale Corno. Con la consapevolezza di non poter piu' rivivere quella trepidante lettura camp, e che niente potrà riportarci seienni, ringrazio, con colpevole ritardo, chi mi ha regalato, o venduto a poche lire, tanti pomeriggi avventurosi, e tante belle emozioni.
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Cristiano Grassi (editor):

Qualche anno fa, mi venne assegnato il compito di organizzare per le testate Marvel Italia l’evento chiamato Flashback apparso sulle serie americane, in cui ci si divertiva a fare il verso alle primissime storie degli anni ’60 della nascente Casa delle Idee. Un salto nel passato che Italia non poteva che trasformarsi in un omaggio all’Editoriale Corno, la casa editrice che ci trasformò irrimediabilmente tutti in Marvel Zombies negli anni ’70. Si passò così a trasformare i loghi delle serie MITA negli equivalenti Corno, con Wiz che diventava Eureka, Marvel Mix veniva trasformata ne Gli Albi dei Super-Eroi e così via.

La metamorfosi non si limitava solo ai loghi ma anche ai contenuti. La seconda di copertina ripristinava il mitico ‘Elenco Episodi Arretrati’ che da bambino mi faceva venire l’acquolina in bocca, pensando a quanti albi Marvel-Corno esistevano e che mi mancavano! Le note finali – inesistenti all’epoca – pensammo di inserirle nel mitico ‘Messaggio alla Nazione’ contenente una sorta di atteso resoconto dell’anno appena trascorso e novità future, scritto nel solito stile tra il serio e il faceto di Max Bunker/Luciano Secchi.

Vennero prese di mira anche le pubblicità degli albi Corno, con lo sfondo giallo e simil-freccia/lampo rossa che sbucava da sotto la grande copertina dell’albo, insieme a una singola parola d’effetto come “C’è” o “Uscirà”. Questa pagina era in pratica una variante dell’annuncio del numero successivo, “Tra quattordici giorni in edicola!” Ci dedicammo con piacere anche alle checklist Corno, concentrando la nostra attenzione su quelle venute più in là con gli anni, del tipo ‘a spirale’ o ‘a cubettoni’, che contenevano – oltre ai titoli Corno in uscita – anche sapide battutine o semplicemente sfoghi aziendali, del genere “Oggi non ho voglia di lavorare”, “Oggi è il giorno dello stipendio”, e “Compleanno del mitico Max!” Splendidi anche certi titoli delle storie che mixavano gemme poetiche a strafalcioni veri e propri (due su tutti: ‘Lo, il mostro!’ e ‘Mayhem, l’Uomo Pesce!’) quando non censuravano frasi scomode (il titolo originale degli Eterni 11 ‘The Russians are Coming!’ trasformato nell’innocuo ‘Il ritorno degli Dèi dello Spazio!’).

Dulcis in fundo, la pagina della posta. Inframmezzata da vignette scontornate male spesso senza un senso preciso, la prima pagina della posta (quella con domande in nero e risposte in blu, non quella di qualche anno successiva) era una sublime ricetta di risposte sferzanti, surreali e caustiche, dove chi scriveva sembrava essere interessato soprattutto a prendere in giro i lettori piuttosto che a rispondere a tormentoni del genere ‘È più forte Hulk o la Cosa?’. Nell’edizione MITA, riportai domande/risposte originali (comprese quelle dei ‘VIP’ Marco M. Lupoi e Luca Scatasta), oltre a scriverne altre originali sulla stessa falsariga. In effetti, era una sorta di banco di prova di quello che avrei iniziato poco dopo sulle note degli albi Ultimate con la collaborazione degli ignari lettori. L’eredità Corno è dunque ben presente negli albi MITA, e mi auguro che un giorno ci saranno lettori che proveranno le stesse emozioni che provo tutt’oggi quando gironzolo senza meta tra i padiglioni e gli stand di Lucca, soffermandomi sulle copertine degli albi di quella casa editrice che mi riempivano occhi, cuore e mente.
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Re: Editoriale Corno

Messaggioda Silver Surfer » gio 22 nov 2007, 21:02

Diego Cajelli (sceneggiatore):

Per qualcuno i Drive In del Texas, per altri i Metallica fino a Cliff Burton. Poi c’è il corpo della “ragassa”, la provincia del dopoguerra, passando per il Cagliari di Gigi Riva e l’Inter di Herrera. Per molti è il ’68, o il ’77, I can't get no satisfaction, oppure Tardelli che urla, ma anche le Case Chiuse, la 500, e potrei andare avanti all’infinito.
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È il passato, sono i ricordi. Possono essere ricordi personali o di massa, sono i momenti che furono, ai quali si accede prima con il cuore e poi con la memoria. Impossibili da affrontare in modo lucido, impossibile parlarne senza idealizzarne il ricordo, che viene filtrato attraverso il sentimento, e relazionato a come eravamo mentre quelle cose accadevano.

Per me, nello scrigno del ricordo idealizzato, ci sono i fumetti della Edizioni Corno.

Mi è impossibile scindere la storia editoriale dalla mia storia personale. Il bambino che ero, dall’adulto che sono diventato. In teoria dovrei essere in grado di parlarvi di Corno facendo una lucida analisi storica, collocando per bene tutto nella storia del fumetto italiano. Ma non posso, non ci riesco.

Raccolta Eroi 2000, Il Corriere della paura, L’Uomo Ragno gigante e Shang Chi maestro del Kung Fu per me non sono solamente dei titoli, sono i punti di riferimento del mio passato. Quando ho imparato a leggere da solo, quando mi sono spaventato per la prima volta leggendo qualcosa, sono il reagente per scatenare la dolcissima memoria di mia nonna in vacanza con me in Liguria, o il lutto per la morte di Gwen.

A qualcuno serve una canzone, un odore, o una statistica sugli scudetti per ricordarsi chi erano e che cosa facevano in un determinato periodo.

A me basta prendere un fumetto dalla mia libreria.


Alessandro Di Nocera (critico e giornalista)
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Re: Editoriale Corno

Messaggioda Silver Surfer » gio 22 nov 2007, 21:04

"Viva!" l'Editoriale Corno di Luca Boschi
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Evidentemente Andrea Corno era un grande appassionato di fumetti da sempre. E anche un uomo intraprendente e fiducioso nella comprensione dei suoi lettori.
Con tutta probabilità erano questi sentimenti a sostenerlo quando, nel 1960, decise di tuffarsi nell'avventura editoriale.
Leggendo quanto ricordava a suo tempo il "giornalinista" di gran vaglia Ezio Ferraro, dai cui scritti, non scientifici ma spesso ben documentati, hanno attinto molti futuri critici ed esegeti del fumetto italiano, Andrea Corno accarezzava questo obiettivo già da qualche tempo, almeno dall'anno prima. "Ultimo ad apparire sulla scena", scriveva Ferraro tratteggiando un possibilmente esaustivo panorama editoriale italiano del dopoguerra, "fu, alla fine degli anni Cinquanta, l'editore Andrea Corno, un funzionario bancario che decise un bel giorno di darsi ai comics con il cognato Luciano Secchi, che allora operava nel campo musicale con un ben avviato negozio di vendita. Iniziò infelicemente con due albi che sono rimasti celebri perché rappresentano la più eloquente manifestazione del cattivo gusto apparso negli ultimi vent'anni. La casa, pur non rinnegandone la paternità, tende ancor oggi a cancellarne anche il ricordo."

La rivista antologica con cui Corno inizia la sua rigogliosa e fortunatissima attività si intitola "Viva!", e si avvale del provvisorio marchio editoriale "Edizioni Serpente Volante", la cui sede è a Milano, in Largo Treves 2.
Per 50 lire "Viva!" offre, con data di copertina "1° maggio 1960", 36 pagine in formato gigante con alcuni grandi personaggi Made in USA del passato, con autori di grande prestigio che vanno da Mel Graff a Harold Foster, da Clarence Gray a Alex Raymond. Sulla cura editoriale del lavoro di Corno e Secchi (traduzione, lettering, qualità della stampa), tuttavia, è il caso di soprassedere.

Dell'esistenza di "Viva!" ho appreso all'inizio della mia attività fumettistica da Mario Chiavarelli, possessore del secondo fascicolo della collana, uscito in data 15 maggio, e in edicola quando in contemporanea il Topolino mondadoriano inaugurava la sua trionfale periodicità settimanale, o quando l'allora Governo Tambroni si scontrava con la piazza: altri tempi, in un controverso scenario da boom economico che ci sembra lontano mille secoli.
Chiavarelli scrisse un articoletto dal titolo "Come ha iniziato la 'Editoriale Corno'" sul secondo numero de "L'Urlo", la rivistina del gruppo romano al quale facevo riferimento (con Luca Raffaelli, Francesco Coniglio, Luigi Bruno, Silvano Caroti e qualche altro amico). Chiavarelli faceva notare anche che, sebbene Ferraro disprezzasse l'esperimento di Andrea Corno, in realtà ne era stato partecipe personalmente, scrivendovi un'apposita rubrica di approfondimento fumettistico sui personaggi in cartellone.
All'epoca in cui produrre degli impianti tipografici era quasi un lusso (ma Mondadori si preparava a invadere il terreno editoriale italiano con la potentissima macchina tipografica Cottrell, a Verona, e non ce ne sarebbe più stata per nessuno), Corno cercava di abbattere del tutto molti costi di produzione. Così, presso le Edizioni Serpente Volante la fotocomposizione dei testi è soppiantata da redazionali scritti direttamente con la macchina da scrivere, mentre i titoli di testa sono "fatti a mano", assai malamente, come si scriverebbero sulla matrice elettronica di un ciclostile.
La cosa più terribile, però, è il fumettino western Teddy Boy, del quale riproduciamo una tavola. Chi si nasconda dietro gli pseudonomi vagamente esotici di B. Travis (sceneggiatura) e Fox (disegni) non è dato sapere.

Ben altri scenari e riconoscimenti attenderanno in un futuro non lontano sia Corno che Secchi, dai pocket neri al clamoroso Alan Ford, passando per le riviste antologiche sulla scia di "Linus". Ma questi sono stati i loro inizi, e darne conto mette ancora più in risalto la qualità e i traguardi che i due cognati avrebbero tagliato in futuro.
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