Il racconto si apre con una citazione da "Lo strano caso del Dottor Jekyll e il Signor Hyde" di Robert Louis Stevenson. Quanto ti ha influenzato questo romanzo nella definizione dei personaggi del tuo thriller?
Ho ritenuto importante rileggerlo, soprattutto per il modo in cui si trattava il discorso della dualità dell'animo umano. Il fatto che il Dottor Jekyll dovesse resistere ad assecondare le sue pulsioni più abiette per continuare a mantenere la sua rispettabilità rende questo testo più moderno che mai. Hyde, a suo modo, è un artista del male: risponde senza alcun vincolo a ogni desiderio, per quanto mostruoso possa essere. E piano piano, Jekyll si rende conto che "quell'altro", la sua metà oscura, purtroppo, è più felice e libero di lui.
Il personaggio principale della storia, Alessandro Simonetti, è un pittore, un uomo che trasporta su tela le sue ossessioni. Hai cercato, attraverso la sua figura, di esplorare i lati nascosti della creatività artistica?
Sì, esatto. "Nascosti", inteso come "segregati", per vari motivi. Spesso perché non coincidono esattamente con quello che noi consideriamo "normale" e "accettabile". Oggi, l'arte si cerca soprattutto di venderla, prima ancora che pensarla. Ne consegue che quasi ogni forma di arte contemporanea nasce e si sviluppa seguendo un iter costruttivo (e non creativo) per ottenere un prodotto smerciabile, facilmente declinabile in compendi e corollari identici a se stessi per accontentare il "target". Siamo abituati a questo termine, ma pensiamo un attimo a cosa significa letteralmente: bersaglio. Gli acquirenti, per chi vende, sono semplicemente un "bersaglio"… Qualche mese fa, passeggiavo per il centro della mia città e mi è scappato l'occhio su una vetrina di un grande salone d'esposizione di arte contemporanea. Un cartello sulla vetrata annunciava: “Saldi - Sconti fino al 50% su tutta la merce esposta”. Capito? Merce. Ed erano loro, che ce lo ricordavano!
Io, invece, sono per un rapporto molto più sincero e intimo con la dimensione artistica. La propria e quella altrui. Lo slancio artistico è come una forma di innamoramento così repentino e bruciante da non farci capire più niente. Quindi, se un uomo follemente innamorato può commettere delle pazzie, perché non dovrebbe accadere a un artista?
Un fumetto a sfondo storico rappresenta un'accattivante scommessa, e la nostra Casa editrice, in questo stesso mese di ottobre, ha lanciato anche Volto Nascosto, un'altra pubblicazione (che, tra l'altro, ti vede collaborare come disegnatore) che poggia le basi della sua narrazione su uno specifico momento della Storia italiana. Come pensi che possa reagire il pubblico bonelliano di fronte a questo doppio tuffo nel passato?
Penso che reagirà bene. Quello bonelliano è un pubblico attento, ama i dettagli, e il contesto storico è un’occasione per raccontare e illustrare un mondo che altrimenti non conosceremmo, se non attraverso le didascalie dei libri scolastici. Per esempio, il periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e la Prima Guerra Mondiale, in Italia, si colloca in piena seconda, grande rivoluzione industriale. L'uomo della strada, se sente parlare di "Liberty", pensa alle architetture e ai motivi floreali, alle grandi Fiere Campionarie, alle prime gare di volo aereo, ai baffoni all'umberta. Invece, il periodo è ricchissimo di molteplici aspetti contrastanti: mentre nobili e ricca borghesia se la spassavano, il 40% della popolazione non sapeva né leggere né scrivere e tirava a campare come poteva, senza alcuna protezione né garanzia da parte dei governanti, tanto che migliaia di italiani partivano con i transatlantici e se ne andavano in America, sperando in una vita migliore. Mi sono molto appassionato a quel periodo, facendo le mie ricerche. Se "Gli occhi e il buio" dovesse funzionare bene, mi piacerebbe continuare su questo filone. Ho già qualche ideuzza. Beh, stiamo a vedere cosa succede…