Se agitassimo in uno shaker elementi quali l’essere orfani, fotofobici,lunatici,nonché l’esser completamente fuori di testa,e li mescolassimo insieme a tematiche sociali “politically uncorrect”,
al fantasy,ai testi sacri,ai miti d’ogni tempo e ad una comicità a volte irresistibile,cosa otterremmo?
Ma Gea,of course! Il fumetto in questione ,che consta di 18 numeri semestrali ed autoconclusivi editi dalla Sergio Bonelli Editore(di cui l’ultimo,edito il 10 Novembre, è ancora in edicola)è senza dubbio una novità in ambito fumettistico italiano dal punto delle tematiche affrontate e da quello stilistico( Luca Enoch,il creatore di Gea,è anche l’autore dei testi,dei soggetti,dei disegni e delle copertine).Gea,lunatica adolescente biondina orfana dei genitori,è in realtà un Baluardo,una casta di guerrieri pronti a respingere le creature di altre dimensioni che pericolosamente passano la soglia tra il loro mondo e quello “umano”.Come tutti i componenti di tale casta, è affetta da fotofobia e acromatopsia,e pertanto non si separa mai dagli occhiali da sole,dal suo basso(che suona male!),che in realtà contiene la spada con la quale i Baluardi combattono,e dal suo “familiare”,ossia un animale-guida che l’aiuta nel compimento delle missioni:nel caso di Gea, è un gatto nero di nome Cagliostro,sulla cui fronte compare una stella in caso di intrusioni aliene.Il coordinatore delle attività dei Baluardi è lo “zio”,una figura misteriosa che comunica con Gea attraverso la posta pneumatica collegata al loft dove Gea vive e con la quale le invia informazioni sulle intrusioni nemiche e soldi(quasi sempre lingotti d’oro!).
I nemici di Gea sono elementi appartenenti ai miti ancestrali di quasi tutte le culture,sui quali spiccano tuttavia i Diavoli,la cui espansione nel nostro mondo è capeggiata dalla Diva,una stilista di successo che è in realtà il demone Ardat-Lili,esponente della Triade oscura e testa di ponte per l’ingresso delle luciferine armate sulla Terra,che reclamano come propria in seguito alla loro cacciata ai tempi della Grande Guerra(il mito dell’allontanamento di Lucifero dal Paradiso).Nel corso degli albi il personaggio di Gea subirà notevoli evoluzioni,trasformando la lunatica biondina pazza in una leader,sullo sfondo d’uno scenario assai mutevole:metropolitano prima, apocalittico e susseguentemente “bucolico” poi.
Molte delle caratteristiche di Gea ricordano l’associazione al mito delle streghe:la donna,il gatto,le scienze esoteriche,la libertà sessuale(e non a caso in un episodio tale similitudine è giustificata con la tesi che le antiche streghe fossero in realtà Baluardi)
La forza delle storie,oltre alla commistione di generi che rende Gea un fumetto “sui generis” ,è nell’approccio a tematiche delicate,affrontate da Enoch con la decisione e la leggerezza (quasi un ossimoro!)che lo avevano già contraddistinto sin dai tempi della sua creatura “Spayliz”: ad esempio,uno dei comprimari di Gea ,Leonardo ,è un “paraplegico convinto”,che vive la sua “diversità(il tema del diverso,come altri malesseri sociali quali la xenofobia e la violenza sugli inermi,sono temi ricorrenti nell’opera) in maniera sana,genuina,senza patetismi(un sentimento fortunatamente assente in un autore così sensibile);mentre Sigfrido,altro comprimario,è un omosessuale libero ed orgoglioso,che gioca ad hockey,è attivo nel volontariato,legge Platone(ma non disdegna il fumetto-icona gay Tom of Finland) e completa così una sfaccettatura della libertà omosessuale che Enoch aveva già tracciato con l’amica lesbica di Spayliz, Kate.Dal punto di vista grafico,il personaggio ha subito una graduale “maturazione stilistica” in un arco di tempo decennale(pur mantenedo le caratteristiche da “manga occidentalizzato” che lo hanno reso celebre),potendo contare su rimandi citazionistici(se in Sprayliz furono evidenti in alcuni “murales” i rimandi alla pittura di Klimt,in Gea sono più immediati gli omaggi al mondo dell’illustrazione,a cominciare dai paesaggi alla Roger Dean e finendo con alcune citazioni dal capolavoro di Moore “Watchmen”).Il tratto distintivo di Enoch è un umorismo trascinante ed un sarcasmo spiazzante,che “alleggerisce” un personaggio così complesso e genera una naturale “empatia” verso la biondina pazza(a tal riguardo merita un encomio la figura dei Pesanti,Baluardi immortali ed inarrestabili ma al contempo rozzi,maleducati e maleodoranti,con una propensione alla birra e al rutto libero,vestiti come degli Hell’s Angels e capitanati da Bluto,un clone meraviglioso di John Belushi in “Animal House”!).Il personaggio di Gea pesca a piene mani dalla mitologia greca,con rimandi ai miti ebraici,finnici o al ricchissimo pantheon indiano,senza contare le caratterizzazioni di demoni o Baluardi ispirate ai testi sacri ebraici o babilonesi(a tal riguardo,per un maggiore approfondimento,è contemplata in Wikipedia una ricchissima bibliografia del personaggio,con tutti i testi,sacri e non,a cui le trame o i personaggi hanno fatto riferimento):è,insomma,al tempo stesso nozionistico e divertente,sulla falsariga di un percorso inaugurato in casa Bonelli sin dal 1982 con Martin Mystere di ”istruire divertendo”:
e il divertimento,con questo personaggio così variegato,è certamente assicurato!