Gian Luigi Bonelli Addio

Fumo di china...

Gian Luigi Bonelli Addio

Messaggioda pila » ven 8 feb 2008, 15:13

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Giovanni (Gian) Luigi Bonelli è, senza dubbio alcuno, uno dei più grandi sceneggiatori del fumetto italiano, sia in termini di quantità che di qualità dei lavori prodotti. Appassionato di letteratura avventurosa e grande sportivo, inizia a scrivere brevi racconti e poesie già a 18 anni, non appena conseguita la licenza ginnasiale.

I suoi primi lavori vengono pubblicati sul Corriere dei Piccoli e sul Giornale Illustrato dei Viaggi, edito dalla Sonzogno. Nello stesso periodo nascono vari romanzi: "Le tigri dell’Atlantico", "I Fratelli del Silenzio" e "L'ultimo Corsaro", tutti ispirati dalle innumerevoli letture giovanili (Jack London, Zane Grey, Alexandre Dumas, H.Rider Haggard ed altri classici).

1930-40| Grazie al contatto con l'editore Lotario Vecchi, che lo chiama a collaborare (e successivamente anche dirigere) una serie di testate, tutte edite dalla SAEV (Società Anonima Editrice Vecchi) di Milano (Jumbo, L'Audace, Rin Tin Tin e Primarosa) Bonelli debutta nel mondo del fumetto, come soggettista e sceneggiatore.

Dopo il rilevamento dell'Audace da parte di Mondadori (allora I.D.E.A.), Bonelli allarga la sua collaborazione anche al Vittorioso, portandolo, in due anni, da 18.000 copie a 120.000 di venduto, salvandolo da un fallimento ormai dato per sicuro.

1941-42| Con il n.331 del 18 gennaio 1941, rileva "L'Audace" dalla Mondadori, diventando editore in proprio e fondando la Redazione Audace, piccola casa editrice (diretta inizialmente da Enwer Bongrani) che costituirà il nucleo originario della futura casa editrice Bonelli. Il settimanale viene trasformato da rivista contenitore di storie a puntate ad "albo giornale" con un'unica storia per lo più dedicata al personaggio più in voga del periodo, quel Furio Almirante creato appositamente da Bonelli per la testata. Anche a causa della crescente pressione censoria del regime fascista, oltre a scrivere avventure di fantasia, Bonelli si cimenta anche con adattamenti di classici della letteratura ("L'Orlando Furioso" e la "Gerusalemme Liberata").

1943-45| Durante la guerra Bonelli si rifugia in Svizzera, mentre la moglie Tea e il figlio Sergio sfollano in Liguria. Al termine del conflitto, i coniugi Bonelli si separano: Giovanni Luigi si stabilisce a Genova, mentre la signora Tea con il figlio proseguono l'attivita' editoriale. In questi anni Bonelli lavora per conto di diversi piccoli editori, finchè non si associa con Giovanni De Leo, con il quale collabora al potenziamento del settimanale Cow-Boy, creando il personaggio del Giustiziere del West (successivamente ristampato e ripreso dalle Edizioni Audace) e traducendo alcuni classici francesi, come Robin Hood e Fantax.

1946-47| Conclusa la collaborazione con De Leo, Bonelli ritorna a collaborare stabilmente con l'Audace, creando numerosi personaggi, e costituendo nella pratica lo sceneggiatore di riferimento per la casa editrice ormai stabilmente diretta dalla ex-moglie. Del 1946 è La Perla Nera, disegnata da Caprioli e pubblicata su Albo d'Oro Audace, mentre è del 1947 Ipnos disegnato da Paolo Piffarerio, Gino Cossio, Dapassano e Uggeri e pubblicato come monografico a striscia nella collana Gli albi del Mistero.

1948| E' l'anno della nascita di Tex, il personaggio al quale Gianluigi Bonelli legherà indissolubilmente il suo nome. La genesi del personaggio è ormai entrata nel mito: l'Audace poteva disporre per la prima volta di una matita del calibro di Aurelio Galleppini (affermato disegnatore per la concorrente Nerbini nell'anteguerra) e per l'occasione si decise di puntare ad un rilancio della casa editrice con un personaggio innovativo, sul quale erano riposte molte speranze: Occhio Cupo. La serie, ambientata nel nordamerica del 1700 fra pirati ed indiani, era scritta da Bonelli con molta cura ed attenzione all'esotismo di ambienti e situazioni, ed era pubblicata nella prestigiosa Serie d'Oro Audace, in un formato più grande delle consuete serie a striscia (21x29cm).

Contemporaneamente, tuttavia, la coppia di autori aveva messo in cantiere anche un altra serie, quasi di rimpiazzo, un western come se ne facevano molti a quei tempi, alla quale Galep poteva dedicare soltanto le ore serali, poichè il grosso del suo tempo era già impegnato. Il protagonista di quella serie avrebbe dovuto chiamarsi Tex Killer, ma per la strenua opposizione della moglie Tea, il suo nome venne mutato nel più tranquillizzante Tex Willer.

Gli esordi furono in sordina: agli inizi infatti la Collana del Tex (così si chiamava la serie a striscia che ospitava le sue avventure) non ebbe un riscontro clamoroso (al suo culmine arrivò a vendere poco più di 50.000 copie, questo mentre i rivali Capitan Miki e Il Grande Blek dell'Editoriale Dardo si attestavano sulle 200.000), ma riuscì tuttavia a sopravvivere. La testata dedicata ad Occhio Cupo, invece, chiuse i battenti dopo appena un anno di pubblicazioni, durante il quale il personaggio, dopo soltanto 6 numeri, aveva già ceduto il passo alla riduzione de "L'Orlando Furioso".

1948-57| Negli anni successivi, l'attività di G.L.Bonelli per l'Audace si concretizza nella creazione di numerosi altri personaggi (molti dei quali poi ristampati nella futura collana TuttoWest edita dalla Bonelli): nel 1948, contemporaneamente a Tex ed a Occhio Cupo, nasce la Pattuglia dei senza Paura, disegnata da Roy D'Amy, Zamperoni e Donatelli e pubblicata nella Collana Arcobaleno. Nel 1949 è la volta di Plutos disegnato da Leone Cimpellin.

Nel 1950 si occupa della traduzione e dell'adattamento di Red Carson, personaggio western scritto e disegnato dall'americano Warren Tufts e pubblicato dall'Audace nella Collana Zenit: Bonelli rielabora completamente il testo originale e scrive anche due avventure inedite disegnate da Uggeri con la collaborazione di Cimpellin. Di nuovo nel 1951 si occupa della riscrittura dei dialoghi della seconda serie di importazione ospitata nella Collana Zenit: Buffalo Bill, scritto e disegnato dall'americano Fred Meagher ma con tutti i primi piani del personaggio ridisegnati da Aurelio Galleppini.

Il 1952 è l'anno de I Tre Bill, realizzati assieme a Benvenuti, D'Antonio, Dami e Calegari pubblicati ancora nella Collana Zenit, mentre al 1953 risale il primo numero della Collana Arco che ospita le avventure di Yuma Kid disegnato da Uggeri. Sempre in quegli anni Bonelli realizza l'adattamento in forma di didascalie di un precedente lavoro che Galleppini aveva realizzato per l'editore Nerbini, Pinocchio, che viene pubblicato dall'Audace sotto forma di lussuoso volume cartonato e a colori.

Ancora al 1953 risalgono Il Cavaliere Nero, realizzato assieme alla EsseGesse e pubblicato nella Collana Fiamma, Za la Mort disegnato da Pietro Gamba (Peter) e pubblicato nella Collana Arco e Rio Kid (o meglio Il Cavaliere del Texas) disegnato da Roy D'Amy e pubblicato nella Collana Zenit. Sempre nel 1953, per la Collana del Trifoglio, Bonelli scrive alcuni brevi favole per bambini illustrate da Zamperoni e pubblicate in fascicoletti dalla inusuale dimensione rettangolare (21,7x24cm) e stampati a 4 colori.

Nel 1954 l'Audace vara la Collana Capolavori con la riduzione de I viaggi di Gulliver disegnata da Galleppini e con le didascalie di G.L.Bonelli. Le serie proseguirà poi, sempre con i testi curati da Bonelli con Peter Pan, disegnato da Dino Battaglia, e L'Isola del Tesoro ancora con i disegni di Galleppini. La seconda serie della collana, dal formato mutato in orizzontale, ristamperà il "Pinocchio" uscito l'anno precendete in volume unico per poi proseguire con altri 6 numeri che alterneranno riduzioni inedite a ristampe della serie precedente.

Nel 1955 El Kid, disegnato da Battaglia per quasi l'intera prima serie e da D'Antonio e Calegari per la seconda, succede a "Za la Mort" nella Collana Arco. L'anno seguente gli seguirà Terry, disegnato da Gamba, mentre la Collana Zenit ospiterà Hondo, disegnato da Bignotti. Sempre nel 1956 viene editato, come supplemento alla Collana del Tex, Il Massacro di Goldena, un romanzo di G.L.Bonelli arricchito dalle illustrazioni di Galleppini (ristampato in edizione anastatica nel 1977 dall'ANAF).

Nel 1957 viene inaugurata la Collana Audace con le nuove avventure di Kociss, disegnato da Uberti, che proseguono le gesta del personaggio già apparso in precedenza per le Edizioni Tomasina; mentre sulla Collana Arco appare Big Davy (ispirato alla figura di Davy Crockett) disegnato da Porciani e Calegari, e costretto al cambio di nome a causa della contemporanea uscita di una collana omonima uscita per le Edizioni Alpe.

Nel frattempo continua a crescere l'attenzione verso Tex. L'originale collana a striscia ha raggiunto la quarta serie pubblicata (e quasi 200 numeri all'attivo) quando, nel 1952, viene inaugurata la prima serie di ristampe (il famoso Albo d'Oro, per via del formato che coincideva con quello dell'omonima collana mondadoriana): ogni albo presenta, almeno inizialmente, la ristampa di tre strisce rimontate nel formato 17x24, e prestigiose copertine inedite disegnate da Galleppini.

1957-58| Ma sarà solo dopo l'avvento dell'allora venticinquenne Sergio Bonelli alla guida della casa editrice che Tex prenderà letteralmente il volo. L'anno successivo (1958) infatti, viene data alle stampe la seconda ristampa di Tex, nota come 2ª Serie Gigante (che è la collana che prosegue tutt'oggi), adottando un formato assolutamente inedito per l'epoca (17x24cm, con una foliazione di ben 160 pagine per i primi numeri) ed inaugurando quello che in futuro sarà universalmente identificato come il formato bonelliano per eccellenza (per una accurata cronologia delle varie edizioni di Tex vedere l'articolo Tex tutto di carta).

Anche grazie a questa felice intuizione (il nuovo formato veniva incontro alle mutate esigenze del pubblico) la serie raccoglie sempre maggiori consensi: dopo le ristampe di tutte le avventure già pubblicate nella serie a striscia, la collana continua (a partire dal n.96 "La caccia") con avventure inedite, dando l'avvio ad un periodo estremamente felice per il personaggio (che durerà fino a circa la metà degli anni '70) con le sceneggiature di G.L.Bonelli che si fanno sempre più incisive e brillanti e, soprattutto, si fa sempre più evidente la sua completa identificazione psicologica con il ranger.

Ad affiancare Galleppini sono nel frattempo arrivati alcuni fra i collaboratori storici della casa editrice, che assieme a Bonelli avevano realizzato le altre serie citate in precedenza, come Zamperoni, Uggeri, Jeva, Gamba, Muzzi, ma altri, ai quali viene concessa sempre maggiore autonomia, se ne aggiungono con il passaggio alla nuova foliazione (tanta è infatti la mole di lavoro necessaria alla realizzazione delle tavole inedite che il formato richiede). Tra questi Guglielmo Letteri, che esordisce nel 1966 e Giovanni Ticci nel 1968, e poi ancora Erio Nicolò, Ferdinando Fusco e Vincenzo Monti.

1961-65| Negli anni successivi G.L.Bonelli dedicherà la sua attenzione quasi esclusivamente al ranger più famoso d'Italia, limitando notevolmente la sua produzione collaterale. Nel 1961, ad esempio, si occupa, assieme a Tarquinio, della prosecuzione di Giubba Rossa, un personaggio inglese la cui pubblicazione era iniziata l'anno precedente dall'Audace in una serie a striscia a lui dedicata, e soprattutto, nel 1962, corre in soccorso del figlio Sergio (sempre più occupato dagli impegni che la sua professione di editore comprendeva), scrivendo diverse sceneggiature di Zagor, personaggio creato dal figlio che per la sua attività parallela di sceneggiatore ha assunto lo pseudonimo di Guido Nolitta.

Allo stesso modo, sempre nel 1962, erediterà la serie di Un Ragazzo nel Far West, pubblicata, assieme ad altri personaggi, dalla casa editrice di famiglia (che nel frattempo ha mutato la designazione in Edizioni Araldo) nella Collana Zenith Gigante (si tratta dei 51 numeri che precedono il definitivo arrivo delle avventure di Zagor nella collana) dal figlio, portandola fino alla sua conclusione con il n.51 del giugno 1965. E ancora, nel 1963 scriverà l'episodio conclusivo del Giudice Bean, altra breve serie (soltanto 5 numeri) creata da Nolitta e pubblicata dall'Araldo negli Albi del Cowboy.

1967| Grazie al complesso della sua attività è il primo soggettista e sceneggiatore ad essere premiato al Salone Internazionale del Comics di Lucca.

1976-91| A dare manforte a G.L.Bonelli ai testi di Tex, arriva il figlio Sergio (che tuttavia non firmerà le sceneggiature), anche se il suo impegno come editore e, soprattutto, la lontananza dalle sue corde delle caratteristiche del personaggio, non gli consentiranno di occuparsene a pieno titolo. Quello che in futuro diventerà il vero successore di G.L.Bonelli arriva soltanto nel 1983, con l'esordio di Claudio Nizzi. L'ultima avventura scritta da Bonelli per il ranger è il n.364 del febbraio 1991: "Il medaglione spagnolo".

Gli anni novanta vedono Nizzi come sceneggiatore principale della serie, registrando soltanto un accennato tentativo di affiancamento con l'esordio di Decio Canzio, direttore generale della casa editrice (che ormai ha assunto la definitiva designazione di Sergio Bonelli Editore) ma già sceneggiatore in passato di numerose serie western, Mauro Boselli e Michele Medda. Dei tre, soltanto Boselli proseguirà la sua collaborazione in maniera continuativa alternando Nizzi nella produzione di storie, sia per la collana regolare che per i numerosi supplementi nati in seguito. Il parco dei disegnatori inoltre si arricchisce di nuove e talentuose firme come quelle di Fabio Civitelli, Carlo Marcello e Claudio Villa: a quest'ultimo spetterà anche l'onore di raccogliere, pochi mesi prima della scomparsa di Galleppini, il testimone come realizzatore delle copertine della prestigiosa testata.

2001| Giovanni Luigi Bonelli muore il 12 gennaio, ad Alessandria: ormai da alcuni mesi era ricoverato nell'opedale cittadino per gravi problemi cardiaci e polmonari.


Dicono di lui..

"...lo ricordo come un padre speciale, fisicamente molto bello, sempre vestito in maniera particolare, sportivissimo, che nuota egregiamente e che va in barca a vela. A casa poi usa il vogatore ed il punchingball, oltre a frequentare una palestra di pugilato, dalla quale lo vedo ogni tanto tornare con, sul viso, le tracce di qualche colpo andato a segno. Ho una immagine di lui, insomma, che mi sta benissimo, anche perchè non si intromette mai nei miei affari di ragazzino. Mi piace anche che, quando può, mi porti al cinema a vedere un buon western, mi regali un bel libro di avventure... E mi piace che sia uno scrittore di fumetti."

Sergio Bonelli

"Giovanni Bonelli è Tex Willer. E Tex Willer è Giovanni Bonelli. Quest'ultimo naturalmente non ha mai cavalcato nei deserti di pietra dell'Arizona, nè ha mai lottato contro i fuorilegge, nè ha avuto a che fare con pellerossa e soldati blu. L'identificazione è soltanto di natura caratteriale. Il carattere di Tex-Bonelli si basa su alcuni dei sentimenti più intensi dell'animo umano: il fuoco sacro della dignità della vita, la percezione dell'idea di giustizia, la difesa dei deboli e degli oppressi, la saldezza dell'amicizia e del cameratismo, la volontà di arrivare alla meta, l'indignazione dettata da una costante tensione morale. E in mezzo, a queste esplosioni di vitalità esistenziale, anche la delicatezza dei sentimenti, quando occorre."

Decio Canzio

"Gian Luigi Bonelli è l'autore che meglio di ogni altro ha saputo riprendere la grande tradizione narrativa del feuilleton e del romanzo d'avventura ottocentesco, attualizzandola e adattandola al mezzo fumetto, ma mantenendo inalterate certe sue fondamentali peculiarità: il senso del racconto ad ampio respiro - quasi una narrazione di tipo epico, l'attenta caratterizzazione dei personaggi e dei loro rapporti, la capacità di costruire solide trame, mai banali, intricate ma non confuse, in cui tutti fili si dipanano e tutti gli interrogativi si risolvono come in una dimostrazione matematica; la perizia nel gestire ritmi e "picchi" di suspense, di intervallare azione e parlato, di alternare momenti di tensione a momenti più leggeri; il gusto per il linguaggio, per le descrizioni di carattere letterario (le famose, lunghe didascalie di Tex), per il dialogo brillante; la sua attenzione all¹uso corretto della grammatica e della sintassi. [...] forse, in assenza di una personalità forte come quella di Gian Luigi Bonelli, i fumetti di avventura sarebbero regrediti - come è purtroppo accaduto al di là dell'oceano a poco più di meri esercizi di virtuosismo grafico. Senza Gian Luigi Bonelli avremmo avuto molto meno stimoli per sognare."

Alfredo Castelli

"Lui ha inventato, per primo, il difensore delle minoranze, si è schierato dalla parte di un popolo, gli indiani, sino ad allora considerati come brutti e cattivi. Il suo essere anticonformista nella vita gli ha permesso di creare un personaggio come Tex di grande modernità. Bonelli è certamente da paragonare ai grandi della letteratura italiana. L'unica consolazione che ci resta è l'eco della sua presenza nel suo più famoso personaggio, Tex, che continua a vivere."
L'unico modo di liberarsi di una tentazione è cedervi Oscar Wilde

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Re: Gian Luigi Bonelli Addio

Messaggioda Silver Surfer » ven 8 feb 2008, 20:58

Grande-grande-grande narratore.
”Un guerriero senza patria e senza spada
Con un piede nel passato
E lo sguardo dritto e aperto nel futuro”
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Re: Gian Luigi Bonelli Addio

Messaggioda pila » ven 8 feb 2008, 21:02

Direi un uomo irripetibile unico
L'unico modo di liberarsi di una tentazione è cedervi Oscar Wilde

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Re: Gian Luigi Bonelli Addio

Messaggioda Silver Surfer » ven 8 feb 2008, 21:11

Io sinceramente stimo essenzialmente altri tipi di sceneggiatori ( Miller, Moore ) che privilegiano lo spessore psicologico;
ma mi inchino al maestro Bonelli, che è stato almeno per l'Italia, il pioniere che ha tracciato la via delle nuvole parlanti.
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Re: Gian Luigi Bonelli Addio

Messaggioda pila » ven 8 feb 2008, 23:43

beh diciamo che è stato il mio primo sceneggiatore, disegnatore e quindi non me lo posso scordare mai
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