Giradischi e vinile

Giradischi e vinile

Messaggioda Silver Surfer » lun 15 ott 2007, 17:31

GIRADISCHI E VINILE

Il Giradischi è legato indissolubilmente alla storia della musica da ballo. Di certo, le discoteche ed i locali da ballo avrebbero potuto diffondere la musica con altri sistemi ed attraverso differenti supporti (come è già accaduto con l'avvento del CD), ma volete mettere il fascino del vinile e, soprattutto, le tecniche che si sono sviluppate, nel corso di alcuni decenni, grazie all'uso dei giradischi...


1877 -Thomas Edison inventa il fonografo; il principio della registrazione su cilindro permetterà l’avvio dell’arte fonografica come arte della registrazione del suono su supporto permanente;

1897 – Emile Berliner sviluppa il grammofono e la registrazione su disco piatto che permetterà una facile duplicazione della registrazione;

1918 -inizia a svilupparsi il giradischi elettrico;

1920 -è messo in commercio il primo disco flessibile in carbonio;

1948 -il vinile rimpiazza il carbonio come materiale base per la fabbricazione dei dischi;


1977 - Boyd Rice (NON)– l’anti-musicista, quello di Pagan Muzak - inizia
esperimenti che porteranno alla produzione di dischi con solchi per i loops e fori centrali. La condizione suggerita da Rice è quella di avere almeno tre dischi paralleli, ad alto volume; ha inciso a lungo per la MUTE Records;

Dalla fine degli anni settanta DJ Kool Hero importa nel Bronx l’idea del “sound system” giamaicano (un enorme sistema di riproduzione audio), per suonare all’aperto la sua collezione di dischi . Non suonerà i dischi per intero, ma sceglierà di riprodurre soltanto le parti con il beat costante e più alto, e di mettere in anello (loop) gli stacchi di batteria e percussioni. Così, con l’aiuto di tecniche poi diventate all’ordine del giorno come il
“Backspinning” (tornare indietro nei solchi del vinile fino al punto desiderato) o il “Needle Dropping” (abbassare la puntina in un punto specifico del disco, non all’inizio) inizia di fatto l’Hip Hop, e l’arte di suonare i dischi –turntablism-avrà da allora grande divulgazione: i piatti (turntables) diventano uno strumento vero e proprio; da artista concettuale, il dee- jay inizia la strada che lo porterà a diventare musicista.

1978 -Grand Wizard Theodore inventa lo scratch come lo conosciamo nel mondo della musica popular, agendo con il dito sul vinile, con la puntina abbassata.

1983 – Grandmaster DST è di fatto il primo turntablist: nel brano “Rockit” contenuto nell’album “Future Shock”di Herbie Hancock usa i piatti come uno strumento, interagendo con il gruppo.

Nei primi anni ottanta Grandmaster Flash perfeziona il mixer e agisce con lo scratch su due vinili contemporaneamente. Un altro grande nome degli inizi dell’ Hip Hop è Africa Bambataa, il cui stile ha influenzato largamente la prima generazione di turntablist. Già dalla fine degli anni settanta, cominciano poi le gare ufficiali di dee-jayng,dove i dee-jay si sfidano a duello su pratiche precedentemente schematizzate. Tutto ciò rappresenta un modo per ufficializzare, migliorare e proteggere la nuova categoria. “The New Music Seminar in New York”, “The Vestax Campionships”, e il “DMC” (worldwide Disco Mix Club championships) sono alcune delle organizzazioni più importanti e longeve dei campionati di dee-jay.

1982 – l’artista polacco Piotr Nathan (1956) incolla cavi sottili sulla superficie del disco per alterare il suono di superficie. Il risultato viene registrato e stampato su un disco in vinile. Lo stesso uno dei membri del gruppo rock Wishbone ash, attivo negli anni ’70, Martin Turner, fa costruire un disco di plexiglass con solchi specificamente incisi. Costellazioni di stelle di particolari date di nascita diventano eventi acustici. Ogni persona ha così la propria sequenza sonora.

1983 – R.P.T. Hayman concepisce un disco infinito che è leggibile solo da un particolare set di strumenti digitali. Il disco è comunque leggibile una volta stampato;
1985 – L’artista e dee-jay svizzero residente a New York Christian Marclay realizza il suo “Record Without a Cover”, vinile 12 pollici che non è dotato di nessuna protezione esterna. Il disco contiene alcuni dei suoni – feticcio della cultura del vinile (il solco vuoto, la puntina che si abbassa, fruscii); i suoni che si stratificheranno sul supporto ne costituiranno storia ed arte.


1988 – Gli svizzeri Peter Fischli (1952) e David Weiss (1946) creano un disco di un particolare tipo di plastica. Suonabile con qualche rischio in un giradischi, il suono è lo-fi disco music. Nello stesso anno Christian Marclay distribuisce e confeziona dischi pestati in una galleria. L’opera ha il titolo “Footsteps”. Il gruppo inglese dei Coil realizza un disco con un lato vuoto. Ron Lessard produce dischi “concettuali”, il primo dei quali è di Andrew Smith, uno studente d’arte di Boston. Il suo lavoro poi distribuito dalla RR Records consisteva nel fornire coi dischi lamette, aghi, chiodi con cui alterare i dischi. “Metastasis” era il nome del progetto.

1989 - The Caroliners distribuiscono dischi con spazzatura di strada. Lessard
produce una versione di “Colorado”, un disco tradizionale, con la traccia dei
Architects office distrutta dalla scritta “Fuck architects Office”.
RR Records produce dischi composti di cut up di dischi precedentemente
esistenti: “Montage”, di AMK.

1990 – Il gruppo dei The linear regressionists realizzano il primo anti-compact disc. 50 copie di un CD silenzioso. I musicisti danesi Hater e Larsen realizzano “Oxygen is flammable”, un pezzo di plastica impacchettato in una piccola scatola. Le istruzioni suggerivano di versare acqua sul disco. Per loro il disco non è la musica, la suonabilità era ancora importante, anche se non attraverso un tradizionale giradischi.


Dall’inizio degli anni ‘90 iniziano ad affermarsi le tecniche di montaggio di
campioni e di produzione-riproduzione digitale del suono; il cd apre la strada al superamento del disco come deposito di prassi espressiva musicale, sia oggettivo che concettuale. Si afferma la via del campionamento


1992 -Broken light del compositore Nicolas Collins (New York, 1954) è un
concerto per quartetto d’archi, CD manipolati e un giradischi (edizioni Lovely
Music).

1991 – Q- Bert vince il DMC, rivelando al mondo quello che un “suonatore di piatti” può fare: nuove tecniche di scratching, velocità e (soprattutto), espressività: ancora una rivoluzione del “turntablism”.

1996 – viene fondata la ITF (international Turntablist Federation), una federazione orientata verso la definizione delle modalità dell’hip-hop, che in breve diventa l’istituzione più rispettata e autorevole della scena del dee-jin’.

In tutti gli anni ’90 i djs di cultura dance apportano alle arti della manipolazione del disco in vinile la prospettiva concertistica: semplicemente trattati come elementi sparsi nella storia della
musica discografica, ricollegati per una serata o per una compilation tematica; oppure usati sperimentalmente nella loro molteplice stratificazione noisy, con variazioni e improvvisazioni rese possibili dal campionamento in tempo reale (esplorate le produzioni e i livesets dei djs delle etichette inglesi Ninja tune o Warp: Amon Tobin, Funki Porcini, TLS, etc. ), fino all’esecuzione di sofisticate partiture minimal, resa possibile solo con l’uso di dischi in interazione metronomica (ad esempio Andrea Parker ai turntables riesegue partiture di Philip Glass).

Con il turntablism quindi, il dee-jay diventa di fatto un polistrumentista, un
organizzatore di sorgenti liberate. Soprattutto negli ambiti vicino al jazz,
affiancando al djing la pratica del “campione “(in macro, il vinile, in micro parti del vinile stesso, o con l’uso del sampler stesso) ha aderito perfettamente agli organici di natura variabile del jazz, e all’uso dell’improvvisazione.
Dall’ambito hip-hop/Bronx DJ Logic nel corso degli anni ’90 è sceso verso
downtown ed ha incontrato i cenacoli del nuovo jazz; l’hip hop ha così conciliato la sua natura improvvisativa con le pratiche del jazz, instaurando nuove relazioni e rapporti fruttuosi.

Su questa scia, più vicini agli artisti concettuali che non al dee-jay hip hop, si collovcano anche DJ Olive , Beth Coleman aka dj Singe (tutti e due presenti nell’istallazione “Bed Of Sound” del PS1 di New York) e più di recente, Raz Mezinai.
”Un guerriero senza patria e senza spada
Con un piede nel passato
E lo sguardo dritto e aperto nel futuro”
Avatar utente
Silver Surfer
Principe
Principe
 
Messaggi: 82346
Iscritto il: gio 20 set 2007, 21:13

Torna a Soul-Funky-Disco-Dance

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron