FUNK: la storia

FUNK: la storia

Messaggioda Bionda Maledetta » mer 3 ott 2007, 7:38

Funk è un termine coniato negli Stati Uniti negli anni '50, per indicare delle caratteristiche ritmiche e sonore presenti in diversi ambiti musicali. Inizialmente il termine fu usato nel jazz per indicare un approccio musicale rude e libero da sofisticazioni, legato al blues, con riff ripetitivi e con un ritmo incalzante. In seguito l' aggettivo funky fu utilizzato sempre più anche in altri ambiti musicali come il soul ed il R&B.
Sembra che nello slang degli afroamericani il vocabolo funk (ed il suo aggettivo funky) indicasse l'odore sprigionato dal corpo in stato di eccitazione, e per estensione poteva significare "sexy", "sporco" , "attraente" ma anche "autentico", cioè libero da inibizioni.
Dopo gli album di James Brown (influenzato dal suo sassofonista Maceo Parker), Papa's got a brand new bag e I got you (1966) si cominciò a considerare il funk come un vero e proprio genere musicale. Il termine fece la sua comparsa ufficiale nel rock in un brano del 1967 di Dyke and the Blazers (Funky Broadway).
Negli anni '70 il Funk sviluppò i tratti caratteristici che lo distinguono tutt'ora: linee di basso incalzanti e repetitive (esemplari quelle del bassista di Sly Stone, Larry Graham), riff di chitarra elettrica taglienti e sincopati, nutrite sezioni fiato e facile ballabilità dei brani, largo spazio ai brani strumentali e agli assoli. Negli anni 70 e 80 il funk si mescolò con la disco music con gruppi come Earth, Wind and Fire, Kool & The Gang o i Jackson Five: secondo alcuni scadendo commericalmente, secondo altri elevando la qualità della disco music.

Dopo questa piccolissima infarinatura,su questo genere musicale a voi la parola sulla musica da ballo più bella del mondo

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Re: La storia

Messaggioda Bionda Maledetta » mer 3 ott 2007, 7:39

INCOMINCIAMO CON IL RE INDISCUSSO DEL FUNKY

James Brown, il più famoso afroamericano (più di Cassius Clay e Martin Luter King messi insieme, un simbolo per la sua gente: 'Say It Loud: I'm Black And Proud'), orgoglioso della suo esser nero, il padrino del funky sin dagli anni 50.

James Brown: Sex Machine (1970)
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Marvin Gaye, il più sensuale vocalist soul, colui che ha rivoluzionato il genere, con tematiche legate sia all'ecologia che al Vietnam, ma anche al sesso piu' esplicito ("Let's Get it on")

Marvin Gaye: What's Going On (1972)
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Stevie Wonder, il più grande polistrumentista nero al di fuori del jazz degli anni 70 (armonica, piano, tastiere, clavinet) grandissimo vocalist e compositore.

Stevie Wonder: Innervision (1973)
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Aretha Franklin, figlia del più famoso predicatore nero degli anni 50, l'indiscussa regina delle cantanti soul (e gospel); capolavori a ripetizione dal 1967 al 1974

Aretha Franklin: Amazing Grace (1972)
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Quincy Jones, Mr 'Q', jazzista, è il più grande compositore nero di colonne sonore negli anni 60, negli anni 70 si spostò sulla musica soul, lanciando e producendo tanti cantanti, musicisti e gruppi di talento.

Quincy Jones: The Dude (1981)
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Sly & The Family Stone, guidati da Sylvester Stewart (Sly Stone) la prima fusione equilibrata tra soul e rock, riscossero grande successo a Woodstock nel 1969.La prima band ad annoverare delle donne come strumentiste; nel gruppo militava colui che rivoluzionò il suono del basso tra i neri: Larry Graham

Sly & The Family Stone: Fresh (1973)
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Earth Wind & Fire, il più grande gruppo afroamericano di sempre; partendo da influenze free jazz e dal soul-jazz di Chicago di fine anni 60 approdarono a un'ardita fusione di funky e soul con grandi sezioni fiati. I numerosi componenti sono stati coinvolti in tanti progetti solistici o collaborazioni.

Earth Wind & Fire: Spirit (1976)
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I diversi progetti e gruppi di George Clinton (Parliament, Funkadelic, P-Funk All Stars) sono i più ironici e fantasiosi, specie dal vivo (berretti jeans da cui sbucano fuori enormi navicelle spaziali, quartieri alla crema e quartieri alla cioccolata - chiara allusione alle razze -); funky, rock e satira sociale.

Parliament: Mothership Connection (1976)
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Gli anni 70 sono caratterizzati cinematograficamente dal cosiddetto filone blaxploitation; sono film d'azione quasi sempre mediocri dal punto di vista artistico, con molti luoghi comuni sui neri e per lo più ambientati nelle grandi aree urbane del nordest Usa (storie di detective, boss neri locali, spaccio di droga e prostituzione) ma nobilitati da grandissime colonne sonore. Atmosfere a cui si è notevolmente ispirato quel furbone di Quentin Tarantino. Oltre agli artisti citati sopra particolare rilievo assumono anche:

Isaac Hayes, arrangiatore, produttore (e poi anche attore!) di talento e di successo, protagonista di tante colonne sonore. Shaft è la più nota colonna sonora degli anni 70

Isaac Hayes: Shaft (1971)
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Curtis Mayfield, uomo d'affari impegnato socialmente, discografico, produttore e autore, già protagonista con gli Impressions

Curtis Mayfield: Superfly (1972)
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Herbie Hancock: l'assolo di 4 minuti di synth in 'Chameleon' tuttora oggi influenza profondamente qualsiasi tastierista

Herbie Hancock: Headhunters (1974)
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Gli Ubiquity del vibrafonista Roy Ayers: uno dei maggiori gruppi soul-jazz del decennio, progenitori dell'acid jazz 15 anni prima, tantissimi album incisi:

Roy Ayers Ubiquity: Everybody Loves the Sunshine (1976)
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Grandi successi negli anni 70 in ambito discomusic lo riscuotono soprattutto Barry White, protagonista sia singolarmente che come progetti (Love Unlimited) sia Michael Jackson, dapprima con i fratelli (Jackson 5) e poi da solo, prima di passare al pop con 'Thriller'.

Barry White: Let the Music Play (1976)
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Donny Hathaway, vocalist (e tastierista) di intensità' e di un talento incredibile. Non e' solo il mio preferito, ma lo è anche per molti cantanti neri di oggi, su cui ha avuto una grande influenza, cosi come nel caso di Wonder, Gaye e Aretha.

Donny Hathaway: Extension Of a Man (1973)
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George Benson: un chitarrista jazz degli anni 60, che nel 1976 ottenne un successo di vendite clamoroso affermandosi anche come cantante soul.

George Benson: Weekend in L.A. (1977)
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Gil Scott-Heron, poeta e romanziere, politicamente uno dei più impegnati cantautori neri; antireaganiano per eccellenza, vicino al jazz e protagonista di tanti dischi di notevole spessore assieme al suo tastierista Brian Jackson

Gil Scott-Heron: Pieces of a Man (1971)
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Bill Withers, un vocalist forse tecnicamente non eccezionale, ma cantautore di notevole personalità.

Bill Withers: Still Bill (1971)
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Al Jarreau: il più originale vocalist a cavallo tra soul e jazz degli anni 70, molto apprezzato anche dalla critica

Al Jarreau: We Got By (1975)
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Re: La storia

Messaggioda Bionda Maledetta » mer 3 ott 2007, 7:44

Al Green: in bilico tra sacro (gospel) e profano (soul)

Al Green: Let's Stay Together (1972)
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Gladys Knight, notevole vocalist attiva sin dagli anni 60

Gladys Knight: Pipe Dreams (1977)
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Patti Labelle, un estensione vocale incredibile, una voce che riesce a valorizzare al massimo anche pezzi mediocri, protagonista con Sarah Dash e Nona Hendrix nelle Labelle

Labelle (1971)
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Chaka Khan, la cantante nera per antonomasia degli anni 70; con i Rufus ha sfornato parecchi dischi tra i più riusciti degli anni 70, e nei primi anni 80 ha inciso a proprio nome album notevoli

Chaka Khan: Naughty (1980)
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Gli anni 70; il decennio funky per antonomasia!

I Kool & The Gang, insieme agli Earth, Wind & Fire il maggior gruppo funky-jazz degli anni 70; non mancano nel loro repertorio omaggi a jazzisti come John Coltrane e Sun Ra.

Kool & The Gang: Wild and Peaceful (1973)
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I Temptations e gli Isley Brothers, attivi da tutta la decade dei 60, grandi protagonisti degli anni 70. I primi per la Motown di Detroit, devono molto al loro produttore Norman Whitfield (cosi' come i Rose Royce); i secondi per Columbia e la T-Neck

Temptations: All Directions (1972)
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Isley Brothers: The Heat Is On (1973)
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I Commodores, spesso contrapposti agli Earth Wind & Fire, nei quali emerse quel Lionel Richie di All Night Long.

Commodores: Machine Gun (1974)
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Lyn Collins: Check Me Out If You Don't Know Me by Now
corista di James Brown (1975)
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Tra le tante scoperte di Quincy Jones:
Brothers Johnson, due fratelli funky di notevolissimo spessore, anche tecnico, molto richiesti anche come sessionmen.

Brothers Johnson: Light Up the Night (1980)
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Patti Austin, raffinata vocalist, protagonista di tanti duetti

Patti Austin – Havana Candy (1977)
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Michael Henderson, già bassista jazz per Miles Davis nei primi anni 70, esplose in tutto il suo talento vocale nella seconda metà degli anni 70

Michael Henderson: Solid (1976)
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Soul al femminile:

Di scuola jazzistica:
Marlena Shaw, una delle voci piu' originali alla fine degli anni 60 e nei primi anni 70:
Chi non ricorda In the ghetto

Marlena Shaw: The Spice of Life (1969)
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Randy Crawford, scoperta dal jazzista Cannoball Adderley, esplose con i Crusaders, incidendo dei validi album fino alla seconda metà degli anni 80

Randy Crawford: Raw Silk (1979)
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Negli anni 70 e nei primi 80 continua la tradizione dei duetti tra uomo e donna tipica dei 60'. I vocalist citati in questo gruppo oltre ai duetti con i partners, spesso diversi, hanno inciso diversi dischi in proprio di notevole livello.

Roberta Flack, pianista e interprete di spicco, ha inciso tanti album pregevoli negli anni 70, anche insieme a Donny Hathaway
Roberta Flack: Quiet Fire (1971)
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Teddy Pendegrass, dai Blue Notes passa come solista con successo, ma un incidente lo costringe sulla sedia a rotelle
Teddy Pendegrass: Teddy (1979)
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Rick James, uno stile col quale ha sicuramente influenzato Prince (specie dal vivo)
Rick James: Street Songs (1981)
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I Blackbyrds, il gruppo dei protetti del jazzista Donald Byrd, nei primi anni 70, tra i piu' innovativi.

Blackbyrds: City Life (1975)/ Unfinished Business (1976)
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I Pleasure, il piu' noto dei tanti gruppi prodotti dall'ex trombonista dei Crusaders Wayne Henderson, tecnicamente eccezionali.

Pleasure: Dust Yourself Off (75) / Accept No Substitutes (76)
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I californiani War, assemblati da Eric Burdon, fondono soul, jazz e salsa, ed esprimono il meglio in strumentali di ampio respiro.

War: The World Is A Ghetto (1972)
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Re: La storia

Messaggioda Bionda Maledetta » mer 3 ott 2007, 7:46

Gli Ohio Players, celebri anche per le ragazze delle loro copertine dei dischi; questa in particolare fu quella più duramente contestata dalle femministe

Ohio Players: Honey (1975)
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Johny Guitar Watson e i suoi gruppi (Watsonian Institute), originalissimo ibrido tra funky e blues

Johny Guitar Watson: Ain't That a Bitch (1976)
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Gli O'Jays sono, assieme ai MFSB, il gruppo di punta della Philadelphia International, e di conseguenza del Philly Sound.

O'Jays: Back Stubbers (1972)
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Lonnie Liston Smith, pezzi strumentali meditativi di ampio respiro o interpretati alla voce dall'eccellente fratello Donald

Lonnie Liston Smith: Expansions (1975)
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Crusaders: gruppo jazz sin dai 60, che nei primi anni 70 si sposta sempre piu' sul soul-jazz; i suoi componenti hanno inciso dischi a loro proprio nome e prodotto album per altri artisti

Crusaders: Street Life (1979)
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La discomusic nasce nell'ambiente gay di Manhattan tra il 72 e il 74. Esplode talmente fragorosamente nel 75 da perdere presto quella connotazione gay come pubblico (connotazione che sarebbe pero' in parte rimasta a livello dj e discografico, anche per l'house); in Italia sarebbe arrivata piu' tardi col successo della colonna sonora del film La Febbre del Sabato Sera.
La disco si raffina e diventa dance music soprattutto grazie a musicisti e produttori come Bernard Edwards e Nile Rodgers (gli Chic) e Narada Michael Walden

Chic: Risquè (1979)
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Narada Michael Walden: The Dance of Life (1979)
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Sister Sledge, prodotte prima dagli Chic e poi da Narada

Sister Sledge: We Are Family (1979)
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Mauro Malavasi lancia i Change; è grande successo per la dance italiana, e Luther Vandross spicca il volo per una grande carriera da protagonista soul degli anni 80

Change: The Glow of Love (1980)
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Whispers: And The Beat Goes On (1980)Imagination (1981)
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Re: La storia

Messaggioda Bionda Maledetta » mer 3 ott 2007, 7:51

B.T.Express
Band Cult degli anni 70 ascrivibili al genere funk e r&b (negli ultimi anni). I loro successi sono tra i pezzi funk più ballati e più caratteristici della musica anni 70 e vi ritroviamo le sonorità tipiche in puro stile "New York" tuttora ricercate.

Don't stop 'till you're satisfied (1974)
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Re: La storia

Messaggioda Silver Surfer » mer 3 ott 2007, 7:52

Da Wikipedia:

Sembra che nello slang degli afroamericani il vocabolo funk (ed il suo aggettivo funky) indicasse l'odore sprigionato dal corpo in stato di eccitazione, e per estensione poteva significare "sexy", "sporco" , "attraente" ma anche "autentico", cioè libero da inibizioni.


Nel jazz a partire dalla fine degli anni '60 il termine funky prese ad indicare dapprima alcuni lavori jazz ibridati col funk ed il blues (hard bop) ad esempio certi brani di Horace Silver, o Blue Mitchell nonche' Lee Morgan ed in seguito, più in generale, uno stile influenzato dal funk anni '70 e dal rock, da alcuni definito jazz-funk (Miles Davis, Herbie Hancock, George Duke, George Benson, Stanley Clarke). Nell'uso comune impropriamente i termini jazz rock, fusion e funky sono poi divenuti sinonimi.

Dopo gli anni '80 l'inafferabile funk si è mescolato con altri generi ed ha ispirato i musicisti più disparati (a titolo di esempio si paragoni Atomic Dog dei Funkadelic (1982) e What's my name di Snoop Doggy Dogg, e si considerino le influenze musicali di Earth, Wind and Fire su alcuni lavori di Elio e le Storie Tese). Il P-Funk è alla base della nascita del West Coast Rap, artisti come gli N.W.A., DJ Quik, Too $hort e tutti i padri del Gangsta Rap si sono infatti ispirati alle sonorità soprattutto di George Clinton e Roger Troutman.

Le influenze funky della musica soul e della musica disco nel jazz hanno portato all'odierno acid jazz (ad esempio gruppi come Jamiroquai, James Taylor Quartet o Incognito mostrano chiari influssi funk).

In ultimo, il funk unito alle prime sperimentazioni elettroniche degli anni '70 e alla disco music ha dato vita al genere house dalle mani dei DJ produttori Frankie Knuckles, Larry Levan e altri; il genere, ormai il più ballato negli utltimi 30 anni, ha sua volta rivoluzionato tutto il mondo della musica dando il via a molti altri generi oggi classificati sotto il nome "EDM" (electronic dance music).

Si potrebbe affermare che il funk è nato come aggettivo per definire alcune caratteristiche musicali esistenti, si è evoluto a genere autonomo negli anni '70 ed oggi è sostanzialmente tornato alla sua funzione di aggettivo, per caratterizzare alcune specificità di generi come l'acid jazz o l'hip hop, oppure semplicemente nei nomi di alcuni gruppi musicali (ad esempio Planet Funk).
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